La fase due di Oliverio: ci saranno novità, ma non chiamatelo rimpasto

Il Governatore si mantiene convinto di dover apportare dei correttivi: da un lato agendo sulla burocrazia e sulle lungaggini della macchina regionale. Dall’altro operando qualche modifica nella giunta regionale che però, a quanto trapela, sarà meno profonda di quanto pensato in un primo momento
di Riccardo Tripepi
30 gennaio 2017
22:09

Il presidente della giunta Oliverio, come già annunciato in Consiglio, ha aspettato la presentazione del report sull’attività svolta nei primi due anni di governo per lanciare ufficialmente la fase due della legislatura.

 


Lo ha fatto alla fine del lunghissimo reso conto dei risultati raggiunti dalla sua amministrazione, ma lo ha fatto con decisione. Annunciando novità necessarie per rimuovere i limiti riscontrati nell’azione del suo governo.

 

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«Spero di avere dato il senso generale del percorso attuato, del lavoro svolto, delle implicazioni politiche e sociali, delle difficoltà presenti e delle misure per superarle – ha concluso Oliverio - E non l’ho fatto per avere la testa rivolta all’indietro, ma perché quanto prodotto costituisce la base per avviare la fase due della legislatura regionale».

 

Fase due alla quale Oliverio dà pure contenuto: «Non si tratta di annunci; ma di dare accelerazione ad un percorso già iniziato, in corso d’opera, forti delle esperienze compiute e dei limiti registrati. L’attività svolta ha gettato le basi per invertire il trend negativo che ne ha segnato un lungo periodo. So anche che la crisi richiede maggiore efficienza, più celerità nelle scelte, meno burocrazia. E’ quello che proveremo di fare con maggiore determinazione nei prossimi mesi».

 

Oliverio, dunque, si mantiene convinto di dover apportare dei correttivi per lanciare nei fatti la fase due. Da un lato agendo sulla burocrazia e sulle lungaggini della macchina organizzativa regionale. Dall’altro operando qualche modifica nella giunta regionale dei Professori che, a quanto trapela, sarà meno profonda di quanto pensato in un primo momento ma ci sarà. Due pedine almeno saranno sostituite (Rossi e Roccisano verosimilmente) anche per dare nuovo spazio alla politica e provare a ricompattare la maggioranza in Consiglio regionale che ha dato parecchi segni di insofferenza anche durante le ultime riunioni ufficiali che hanno preceduto la presentazione del report. Non chiamatelo, però, rimpasto. E’ un termine che al governatore proprio non va giù. Oliverio non vuole lasciar pensare ad una rottura traumatica con i Professori, ma soltanto ad un’evoluzione dell’azione di governo così come ha espresso in politichese dalla Cittadella.

 

Nessun accenno al Pd, invece, che pure sta vivendo una fase assai complicata con la sinistra dem, di cui Oliverio e i suoi hanno fatto parte fino a qualche tempo fa, che chiede il congresso anticipato e vorrebbe contendere la leadership di Renzi. Il governatore ha scelto deliberatamente di adottare un profilo basso per ottenere il suo scopo: la gestione della sanità. Anche nel discorso sul bilancio di metà legislatura Oliverio ha chiesto l’applicazione della norma inserita nella legge di stabilità e che elimina l’incompatibilità tra la carica di presidente della giunta e quella di commissario per il piano di rientro dal debito sanitario. Richiesta nuovamente formulata al governo nazionale, ma con toni assai diversi rispetto a qualche settimana fa e assai differenti rispetto a quelli usati dal presidente della Campania De Luca che si trova nella sua stessa situazione. Sottolineando, per di più, che il rapporto con il governo nazionale è fondamentale e va rafforzato giorno per giorno. Un modo per far capire che, tuttavia, la situazione è fluida e che gli schieramenti in vista del futuro congresso sono ancora tutti da definire.

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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