Si gettò dal viadotto autostradale, notificato l’avviso di conclusione delle indagini a 3 sanitari dello “Jazzolino” di Vibo

La donna era stata accompagnata in ospedale dai parenti in evidente scompenso psicotico. Avrebbero lasciato che la 41enne si allontanasse dal reparto
di Stefano Mandarano
26 gennaio 2017
06:54

Sviluppi inattesi nella dolorosa vicenda del suicidio di Sonia Pontoriero, la 41enne di Vibo Valentia che si è tolta la vita il 29 settembre del 2016 lanciandosi dal viadotto autostradale che sovrasta l’abitato di Pizzo.

 


Tragedia nel Vibonese: donna si lancia dal viadotto autostradale

 

I carabinieri della Stazione della città napitina, agli ordini del maresciallo Paolo Fiorello, hanno infatti notificato l’avviso di conclusione delle indagini emesso dalla Procura di Vibo Valentia nei confronti di una psichiatra, Fulvia Franca Mazza, 62 anni di Vibo Valentia, di una piscologa, Giovanna De Maria, 61 anni di Vibo Valentia e di un infermiere, Raffaele Sette, 56 anni di Arena. Tutti in servizio nel reparto di Psichiatria dell’ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia.

 

Gli stessi sono stati deferiti in stato di libertà dai carabinieri di Pizzo per abbandono di persona incapace in concorso, con l’aggravante di averne cagionato la morte. Secondo quanto emerso dalle indagini, sulla base delle testimonianze di quanti erano venuti in contatto con la Pontoriero nelle sue ultime ore di vita e della documentazione acquisita nel reparto ospedaliero, la 41enne vibonese qualche ora prima di suicidarsi era stata accompagnata dai suoi parenti in ospedale in evidente scompenso psicotico per essere sottoposta a un Trattamento sanitario obbligatorio (Tso).

 

Qui, però, i sanitari ora raggiunti dal provvedimento giudiziario avrebbero abbandonato a se stessa la donna, già giudicata incapace per malattia di mente e affetta da scompenso psicotico con deliri persecutori, omettendo di sottoporla al Tso e provvedendo solo a firmare la proposta di Tso senza tuttavia eseguirlo, nonostante vi fossero tutti i presupposti e nonostante l’autorizzazione all’utilizzo della forza da parte di un familiare lì presente.

 

Gli stessi avrebbero quindi lasciato che la Pontoriero si allontanasse liberamente dal reparto. Allontanamento culminato poi con l’estremo gesto che gli investigatori considerano prevedibile in conseguenza dell’abbandono e in considerazione delle precarie condizioni psichiche della donna.

 

Stefano Mandarano

 

Giornalista
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