'Ndrine e appalti, Bagalà respinge le accuse. Oggi tocca a Barbieri

“Cumbertazione” e “Cinque lustri”, ieri al via le udienze di convalida dei fermi eseguiti dalla Guardia di Finanza contro il cartello di imprenditori e cosche per condizionare le gare pubbliche. In due tornano liberi
di Consolato Minniti
22 gennaio 2017
09:41

«Io con la ‘ndrangheta non c’entro». Si è difeso  davanti al gip, Francesco Bagalà (40 anni), respingendo con fermezza le accuse contestate dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria nell’inchiesta “Cumbertazione” e “Cinque lustri”. Nella giornata di ieri ci sono state le prime udienze di convalida dei fermi eseguiti nel maxi blitz di giovedì, che ha visto impegnata la Guardia di Finanza sotto le direttive delle Procure di Reggio e Catanzaro.

 


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Secondo l’accusa, vi sarebbe un cartello di imprenditori e soggetti apicali di cosche di ‘ndrangheta in grado di pilotare appalti pubblici in tutta la regione, da Cosenza sino alla punta estrema dello Stretto.

 

Afferma di non avere nulla da spartire con la ‘ndrangheta, Francesco Bagalà, sebbene proprio il gruppo imprenditoriale a lui riferibile, secondo gli inquirenti, rispondesse direttamente alla potentissima cosca Piromalli di Gioia Tauro. Bagalà, difeso dagli avvocati Patrizia Surace e Domenico Alvaro, attenderà ora la decisione del gip di Palmi, sulla convalida o meno del provvedimento di fermo. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, invece, Luigi, Giuseppe e Francesco Bagalà (26 anni). Tutti e tre hanno preferito fare scena muta davanti ai giudici, così come Domenico Coppola, cognato di Francesco Bagalà (40 anni), e l’imprenditore Giorgio Morabito (difeso dall’avvocato Guido Contestabile), uno degli indagati chiave dell’inchiesta per il suo ruolo “cerniera” fra la provincia reggina e quella di Cosenza, con in testa il gruppo Barbieri. Proprio Barbieri sarà interrogato nella giornata di oggi dal gip. 

 

Da rimarcare come altri due personaggi di punta, i fratelli Pasquale e Angela Nicoletta, abbiano risposto a tutte le domande poste dai giudici. I due, difesi rispettivamente dagli avvocati Gianfranco Saccomanno e Maria Antonietta Puntillo, hanno respinto le accuse, dichiarandosi innocenti.

 

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Intanto, ecco le prime scarcerazioni: Mario Piromallo (difeso dagli avvocati Luca Acciardi e Giorgia Miraglia) e Giuseppe Caputo (difeso dall’avvocato Paolo Pisani)  dopo aver risposto alle domande del gip, hanno già lasciato il carcere. Resta in cella, invece, Massimo Longo. 

 

Consolato Minniti

 

 

Giornalista
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