Cumbertazione: Totò Longo fu ucciso per questioni private

Emergono particolari interessanti dagli atti dell’inchiesta: c’è una pista precisa per il delitto avvenuto nel 2008 sulla Strada dei due Mari. Longo fu «fatto salare», spiega Bagalà, nonostante facesse parte della “cumbertazione”
19 gennaio 2017
17:57

Ci sarebbe una vicenda di natura privata dietro l’omicidio di Antonio Longo, ucciso il 24 marzo del 2008 in un agguato di tipo mafioso, mentre percorreva la strada che collega le province di Catanzaro e Vibo Valentia. All’epoca il fatto fu inquadrato come delitto di «altissima mafia», proprio per la figura ed il ruolo rivestito da Longo con la sua attività imprenditoriale. Fu scartata in prima battuta la pista privata, privilegiando quella lavorativa, anche in considerazione della posizione di Longo, quale parte civile in un processo di racket. Ora, invece, viene fuori come proprio un fatto strettamente privato potrebbe essere all’origine dell’azione di sangue. Di più: Longo, a sentire i protagonisti delle conversazioni, avrebbe fatto parte del cartello di imprenditori che si aggiudicavano gli appalti, pilotandoli.

 


È quanto emerge dalle carte dell’inchiesta “Cumbertazione”. Proprio dall’intercettazione che riguarda l’omicidio, gli inquirenti hanno tratto la denominazione dell’inchiesta. Al centro dell’attività d’ascolto ci sono Francesco e Giuseppe Bagalà. Ecco lo stralcio più interessante della conversazione, dove si spiega che Longo «fu fatto salare».

 

Gare d'appalto truccate per favorire la 'ndrangheta: 33 arresti. Sequestrate 54 imprese

 

BAGALÀ Francesco:          a Serra, questi lo hanno rovinato, a quello

BAGALÀ Giuseppe:           a chi?

BAGALÀ Francesco:          a... Totò (NDR: si riferisce a LONGO Antonio imprenditore edile ammazzato)

BAGALÀ Giuseppe:           e perché... ancora li... (incomp.le)... QUESTI LO HANNO FATTO AMMAZZARE... involontariamente... QUELLO TOTÒ RAGIONAVA... UNA VOLTA CHE ERA NELLA "CUMBERTAZIONE"...

BAGALÀ Francesco:          DOVEVA BALLARE

BAGALÀ Giuseppe:           ...doveva stare bene (incomp.le) E LUI PARTIVA SUBITO IN QUARTA E GLI FACEVO IO... ALLORA IO... "PIGLIATI LA MAZZETTA, STUPIDO" COSÌ GLI DICEVO IO... "PIGLIATI LA MAZZETTA..."

BAGALÀ Francesco:          E BASTA

BAGALÀ Giuseppe:           NO... "ENTRO NELLA FORNITURA DEL CEMENTO"(ndr: frase attribuita da BAGALÀ a Totò Longo) ... sai pure quanti (incomp.le) ci sono... sette o otto (incomp.le)... te li fai dare... ed è finito il fatto... "tu sei un consulente, con la giacca..." gli ho detto proprio come ti sto dicendo a te... "con la cravatta... e ti pigli i soldi... NO" DICE, "UN'ELEMOSINA SONO I SOLDI"... I SOLDI DELLA MAZZETTA FRANCESCO, CHE QUELLI LA C'È UN FONDO... NERO... PER LA MAZZETTA, NO... DEL TRE PER CENTO... PERCHÉ QUESTI QUA CON LO ZEROCINQUANTA SI ACCONTENTAVANO, MI STAI SEGUENDO? MA ERANO COSE CHE SAPEVA SOLO LUI... E LA (INCOMP.LE)... E VOLEVA ENTRARE CON LUCA LACA (NDR: nomignolo che il Bagalà usa quando si riferisce a SCALI Gianluca inteso Luca)... con il cemento... poi ogni volta mi chiamava per aggiustargli... che si bisticciava con questo coso lordo... POI QUESTO QUA ERA APPOGGIATO DA ALTRI "LOCALI" (NDR: si riferisce verosimilmente a locali di 'ndrangheta) ed andavano interrogando la donna di Nicola se è vero che Totò ha abusato di lei... LO HANNO FATTO SALARE... ED ERA NELLA "CUMBERTAZIONE"... li doveva tenere per sguatteri per quelli che sono...

BAGALÀ Francesco:          UNA VOLTA CHE ERA NEL BALLO DOVEVA BALLARE...

BAGALÀ Giuseppe:           ma lui rispondeva, Francesco... (pausa silenziosa - riprendono a parlare di altro) Ricciuto si meritava spogliato nudo Francesco... messo a testa in giù...

BAGALÀ Francesco:          con un "nerbu" (NDR: frustino)

BAGALÀ Giuseppe:           con un "nerbu"... e ammazzarlo di botte... Marieddu (NDR: intende TORRESANI Mario)..lo stesso ... Domenico (NDR: intende LA MONICA Domenico) lo stesso...

BAGALÀ Francesco:          peggio Domenico

 

Antonio “Totò” Longo era, quindi, nella “cumbertazione” ed era nelle condizioni, secondo l’accusa, di truccare le gare d’appalto, curando poi che i lavori fossero eseguiti da altre ditte, da cui prendeva una percentuale.

 

Secondo gli inquirenti, che si basano anche sul racconto del pentito cosentino Dedato, Longo sarebbe stato nella “cumbertazione” già alla fine degli anni ’90, per finire poi al centro di una contesa tra opposti schieramenti criminali per lavori al centro di Cosenza. È per questo che finì come parte civile in un processo.  Poi l’episodio di natura privata che, secondo i Bagalà, spiegherebbe il delitto avvenuto sulla Strada dei due mari. 

 

(c.m.)

 

 

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