[#CiNerd] Assassin’s Creed, la Recensione

Da un paio di settimane è disponibile nelle sale italiane Assassin’s Creed - The Movie, il nuovo film di Justin Kurzel ispirato all’omonima serie
18 gennaio 2017
14:33

Per la visione di questo titolo ho atteso alcuni giorni. Isolato in uno spazio a prova di spoiler, recensioni, polemiche e quant'altro, mi dovevo predisporre psicologicamente alla visione di Assassin’s Creed.


È necessario, a mio parere, doversi "preparare" alla visione di un videogame a cui si è tenuto, a cui si tiene e forse si terrà ancora per molto altro tempo (sempre se non peggiorano ulteriormente) presentato su di un supporto o media diverso da quello per cui è nato. Quando finalmente sono entrato in sala, ho riaperto i canali con il mondo, scoprendo l’inevitabile sanguinolenta guerra tra fan, giornalisti e GiornalistiFan.



Qui di seguito, quindi, NON TROVERETE nessuna polemica, ma una recensione reale, concisa ed effettiva del film, priva di sentimentalismi o affezioni che uccidono la verità e fanno scaturire solo una sterile polemica.


Assassin’s Creed è di base una storia che parla di eventi e fatti che si sviluppano dalla creazione del genere umano fino ai giorni nostri. Un mondo parallelo dove ogni persona ha nel proprio DNA i ricordi ancestrali dei propri antenati. In questo mondo, delle persone/divinità/alieni/entità hanno creato degli artefatti per controllare il genere umano, chiamati “frutti dell’eden” poiché provengono da quello che si pensi sia il Paradiso cristiano. Da qui nasce la fratellanza degli Assassini, uniti al fine di risvegliare le masse, aizzare rivoluzioni e smuovere le torbide acque della tirannia di qualunque natura. Dall'altra parte ci sono i Templari, una società simile alla massoneria (da cui trae ispirazione) che desidera ottenere il controllo globale tramite la coercizione psicologica e il sistema legislativo. I due gruppi si scontrano in sanguinolente battaglie dall’inizio dei tempi, in un’eterna lotta per la libertà e il potere.


Questa è la trama di tutta la serie, il concept, il plot. Tutti i videogiochi, romanzi e fumetti ruotano su questo tema principale, ed è ovviamente presente anche nella pellicola.


Il film di Assassin’s Creed è ben fatto: Justin Kurzel, già regista di altri titoli in cui è presente l’attore protagonista Michael Fassbender, ha portato sullo schermo quest'opera cercando di essere il più fedele possibile e inserendo al suo interno molte (moltissime) citazioni dai diversi capitoli della saga. Preferisce dare rilievo alla fotografia rispetto ai dialoghi e dà in mano al protagonista, Cal Lynch, la nostra inesperienza di questo mondo, che viene presentato ai nostri occhi per la prima volta.


Per la prima volta…


Assassin’s Creed, seppur viva nel “presente”, ha la peculiare e famosa sezione in cui si torna nel passato alla scoperta delle posizioni degli artefatti divini. Questa parte è divenuta, andando avanti nel tempo, un nucleo portante della saga e ha soppiantato il presente. Questo film cambia rotta (come Edward Kenway con la propria nave) ed inserisce spezzoni dell’antichità in un film prettamente ambientato nei giorni nostri. Sfrutta questi elementi per riparare a quello che è una profonda “lacuna scientifica” dei videogiochi: il rapporto con il passato.


I ricordi, come il passato di ognuno di noi, non si cambiano e Kurzel ha deciso di tagliare l’interazione con esso rendendoci spettatori (come lo è il protagonista) di questo tuffo indietro nel tempo. Utilizza un nuovo Animus, che permette alla persona inserita di muoversi effettivamente nello spazio presente e con esso ritornano i fantasmi dell’osmosi, impiegati anche questa volta come metafora e realizzati egregiamente con effetti in computer grafica.


Effetti che permeano il film, riempiendo i buchi tipici dati dall’impossibilità di ricostruire in un set l’Andalusia del 1400; le proiezioni olografiche e i tanti altri effetti non disturbano la vista e non sforano nell’impossibile. Seguono le scene di Parkour (immancabile compagno della saga), dialoghi sul limite della filosofia e messaggi diretti allo spettatore, che rendono questo film quasi meta-cinematografico. Un po’ come lo era una delle sezioni famose di Assassin’s Creed 2, dove Minerva, con la scusa di parlare a Desmond attraverso Ezio, interloquisce direttamente con il giocatore per smuoverlo dalla passività.


Ma questa è un'altra storia.


La colonna sonora è emozionante, travolgente ed adatta ad entrambi i tempi storici. Cita più volte quella dei videogiochi (anche grazie alla presenza di Jesper Kyd nel dipartimento musicale guidato da Jed Kurzel) e si conferma uno dei frammenti indispensabili per la resa della saga, come d'altronde lo sono le grandi panoramiche dall’alto, che si susseguono ogni volta che il protagonista raggiunge un punto sopraelevato (metaforico o meno).


Marion Cotillard, Michael Fassbender e Jeremy Irons rendono appieno le loro parti e trasmettono, come solo degli attori di altissimo livello sanno fare, le istruzioni del regista e della sceneggiatura, impersonando i loro ruoli con precisione e dedizione. Anche gli assassini secondari (Michael Kenneth Williams, Callum Turner, etc.) interagiscono egregiamente, anche se il primo citato spicca maggiormente rispetto al secondo per via della sua meccanicità nei movimenti durante le lotte, caratteristica che vediamo a volte anche in Fassbender e che forse potrebbe essere voluta.


Riassumendo passiamo ai voti:


• la fotografia si prende un bell’8 per la spettacolarità di colori e luci;
Regia impeccabile, forse migliorabile in qualche scelta, tuttavia non male quindi assegno un 8;
• La sceneggiatura aveva un compito difficile e purtroppo in qualche scena poteva essere sviluppata diversamente e si guadagna un 7;
Colonna Sonora eccellente quindi 8;
• Degli attori è inutile parlare, con questo calibro non si può che dare un 8, soprattutto per Marillon Cotillard che è stata fantastica; Fassbender forse un po’ statico nelle espressioni.


E con questo concludo la mia recensione, sperando di non avervi annoiati né aizzato al fuoco dell’hate. Se così è, scrivetelo! Commentate il post di riferimento, così possiamo discutere insieme come conoscitori e non come bertucce amanti delle polemiche.
Adieux!

 

Daniele Ferullo

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