Nocera Terinese, gestione dei rifiuti: assolto l'imprenditore Giuseppe Vescio

L'imprenditore, indagato con gli ex sindaci Ferlaino e Rocca, era stato condannato a 1 anno e 8 mesi in primo grado con il rito abbreviato. La Corte d'Appello di Catanzaro ha annullato la sentenza di primo grado emessa dal Gip di Lamezia Terme assolvendo l'imputato per non aver commesso il fatto
di Manuela Serra
18 gennaio 2017
09:15

Giuseppe Vescio, imprenditore di Nocera Terinese è stato assolto in appello dall'accusa di abuso e falso per l’affidamento della raccolta rifiuti con ordinanze e senza gara d’appalto.

 


L'imprenditore era indagato insieme a due ex sindaci del comune tirrenico, Gaspare Rocca e Luigi Ferlaino. Rocca era stato prosciolto, mentre per Ferlaino il processo è ancora in corso secondo il rito ordinario in primo grado. Giuseppe Vescio e i due ex sindaci, erano stati denunciati dalla Guardia di finanza insieme a due impiegati dell’Ente. Gli impiegati e i due amministratori erano stati anche segnalati alla Procura della Corte dei conti per un danno erariale di 500 mila euro.

 

Secondo l'accusa, l'imprenditore era l'affidatario del servizio della raccolta dei rifiuti solidi urbani ed ingombranti per conto del Comune di Nocera Terinese e tale commessa non gli era stata affidata in seguito ad una gara d'appalto, bensì a mezzo di svariate ordinanze del sindaco pro tempore, emesse asseritamente per contingenti ragioni d'urgenza. Tutto ciò aveva portato gli investigatori a concludere che l'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti era avvenuto in maniera illecita dal momento che non era mai stata indetta, come previsto dalla legge, una gara d'appalto o effettuate ricerche di mercato per poter valutare diverse offerte. Una tesi, quella dell'accusa, pienamente accolta dal Gip del Tribunale di Lamezia Terme che, il 6 maggio 2015, aveva condannato l'imprenditore Giuseppe Vescio a un anno e 8 mesi.

 

La Corte d'Appello di Catanzaro presieduta dalla dottoressa Anna Maria Saullo, consiglieri dott. Gianfranco Grillone e dott.ssa Barbara Borelli, ha invece ribaltato la sentenza di primo grado, accogliendo la richiesta e le tesi difensive rappresentate dall'avvocato Gabriele Ruffino del foro di Lamezia Terme, il quale aveva richiesto l'assoluzione perché il fatto non sussiste o per non aver commesso fatto.

 

Al momento della notifica degli avvisi di garanzia, l'allora sindaco di Nocera Terinese, Gaspare Rocca, aveva chiesto di essere ascoltato dal sostituto procuratore Domenico Galletta dopo aver già reso dichiarazioni agli uomini del Nucleo Mobile della Guardia di Finanza delegati dal Magistrato inquirente.

 

Dagli atti emerse che Gaspare Rocca, nelle sue dichiarazioni aveva scaricato le proprie responsabilità sul suo predecessore Luigi Ferlaino e sullo stesso imprenditore Giuseppe Vescio, aggravando di fatto le posizioni di entrambi. Rocca, infatti, sostenne che fin dal primo giorno del suo insediamento aveva rilevato che la ditta Vescio non prestava un buon servizio e che i mezzi adoperati dalla stessa azienda non gli sembravano efficienti. E ancora, sostenne di aver contestato a Vescio la documentazione prodotta dalla ditta finalizzata ad ottenere il pagamento dei servizi. In sostanza Rocca, attualmente vice sindaco del comune tirrenico, ma anche assessore per 5 anni del suo predecessore Ferlaino, dichiarò che Vescio gonfiava le fatture che presentava al Comune. Accuse, teoremi e dichiarazioni che la sentenza di assoluzione pronunciata dalla Corte d'Appello di Catanzaro, evidentemente, non ha ritenuto credibili, considerato l'assoluzione per non aver commesso il fatto nei confronti dell'imprenditore Giuseppe Vescio.

 

La Corte dei Conti, il 10 dicembre 2015, all’esito del procedimento ha depositato la sentenza nr. 256, condannando Luigi Ferlaino, nella qualità di sindaco di Nocera Terinese dal 2007 fino al maggio 2012, al pagamento della somma di € 313.676,48;  Gaspare Rocca, al pagamento della somma di € 25.000,00; Macchione Giovanni Eugenio, nella qualità di responsabile pro-tempore dell’Ufficio amministrativo comunale, al pagamento della somma di € 120.000,21. Nei confronti dei due ex sindaci la Corte dei Conti aveva sancito il danno erariale per colpa grave, mentre nei confronti di Macchione Giovanni Eugenio, invece, la Corte dei Conti ha riconosciuto nella sua condotta una colpa gravissima. 

 

Manuela Serra

Giornalista
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