Trenitalia: polemica sul servizio Reggio-Roma. Oliverio: «Sorprendono le dichiarazioni di de Magistris»

Il sindaco di Napoli aveva duramente commentato la decisione di eliminare la fermata nella città partenopea, mantenendo quella di Salerno. Il governatore della Calabria Oliverio: «Non servono localismi per salvare il Mezzogiorno»
17 gennaio 2017
21:25

Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris si era espresso con durezza e aveva richiamato l'intervento del ministro Delrio, in merito alla questione sulle nuove rotte Trenitalia. Servizi che non prevedono, dallo scorso 11 dicembre, nella tratta Reggio Calabria-Roma, la tappa a Napoli (consentendola invece a Salerno), al fine di rendere più veloci i collegamenti.

 


Esternazioni che non hanno per nulla entusiasmato il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio: «Sorprendono – dichiara - le dichiarazioni del sindaco Luigi de Magistris rispetto alla richiesta di ripristinare la fermata di Napoli nel servizio Freccia Argento che collega la Calabria direttamente con Roma». Si tratta di un collegamento, quello tra Calabria e la Capitale, «che serve flussi di calabresi diretti verso Roma, a fronte di flussi marginali diretti verso Napoli».

 

Incomprensibile a giudizio del presidente, l’azione adottata dal primo cittadino campano: «Sarebbe più opportuno – aggiunge - orientare la sua azione di governo al fine di attivare servizi regionali campani in coincidenza della Freccia Argento, per collegare Napoli da Salerno. In questo modo si otterrebbero gli stessi tempi di percorrenza totali necessari per raggiungere Napoli dalla Calabria con il vecchio servizio Freccia».

 

Ad oggi, sottolinea Oliverio, sono 40 i servizi Freccia (Rossa, Argento, Bianca) che collegano direttamente Napoli con Roma; «mentre è solo uno il servizio che collega, giornalmente, la Calabria con Roma, con un risparmio temporale di circa 30 minuti per tutti i calabresi».Un risparmio che consentirebbe ai calabresi di andare a Roma e tornare in Calabria nello stesso giorno, così come possono farlo i campani.

 

«Non servono localismi per salvare il Mezzogiorno – conclude il presidente - ma azioni sinergiche che favoriscano un processo di coesione e sviluppo. Di fronte a simili richieste, il dubbio che sorge è che Napoli stia perdendo la spinta propulsiva capace di innescare proprio tale processo».

                                                                               

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