Rosarno, uccise il fratello per l'eredità: arrestata insieme al marito (NOMI-FOTO-VIDEO)

Entrambi sono ritenuti responsabili, a titolo di concorso, del delitto di Antonio Scarfone avvenuto il 14 agosto 2016. Il movente sarebbe da ricondurre a dissidi legati alla gestione del patrimonio immobiliare della famiglia
12 gennaio 2017
07:52

I Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, collaborati da militari del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia, hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Palmi (RC) su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, due persone.

 


Si tratta dei coniugi Vincenzo Timpani, di anni 61, e Vittoria Scarfone, di anni 54, rispettivamente cognato e sorella della vittima, ritenuti responsabili, a titolo di concorso, dell’omicidio a colpi d’arma da fuoco del commerciante Antonio Scarfone, avvenuto il 14 agosto 2016 in Via Giovanni Papa XXIII di Rosarno. Nel medesimo contesto, in Calabria ed in Emilia-Romagna, sono state eseguite anche alcune perquisizioni domiciliari volte alla ricerca di ulteriori elementi probatori al già grave quadro indiziario ricostruito sinora nel corso delle indagini.

 

 Omicidio a Rosarno: ucciso 49enne

 

I provvedimenti cautelari odierni giungono all’esito di una complessa attività d’indagine, condotta dai Carabinieri del Norm della Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro e della Tenenza di Rosarno, collaborati dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia e con il supporto tecnico del Reparto Indagini Tecniche del ROS, sotto la costante direzione della Procura della Repubblica di Palmi, che ha consentito di procedere già il 19 agosto 2016 al fermo di indiziato di delitto nei confronti di Angelo Scarfone, di anni 52, e Luigi Timpani, di anni 28, rispettivamente fratello e nipote della vittima nonché quest’ultimo figlio dei soggetti oggi tratti in arresto, ritenuti essere i principali autori dell’omicidio ed attualmente detenuti.

 

Delitto Scarfone, fermati il fratello e il nipote

 

In particolare, l’attività d’indagine, avviata nell’immediatezza del grave fatto di sangue attraverso un puntuale sopralluogo nonché l’audizione di diverse persone, ha consentito di ricostruire l’esatta dinamica dell’evento delittuoso e successivamente, anche attraverso attività tecnica, esaltata dal prezioso contributo del Reparto Indagini Tecniche del Ros, di raccogliere elementi gravemente indizianti a carico anche dei due ulteriori indagati, per i quali il Gip presso Tribunale di Palmi, accogliendo in toto le richieste espresse dalla locale Procura, ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e fondate le esigenze cautelari alla base del provvedimento cautelare in carcere emesso nei loro confronti.

 

I reati contestati nello specifico sono quelli di concorso in omicidio, aggravato dalla premeditazione e dall’ aver commesso il fatto approfittando di circostanze di tempo e di luogo, nonché il reato di detenzione illegale di arma da fuoco in concorso.

 

Il movente - Inoltre, attraverso l’analisi dei rapporti familiari della vittima, è stato possibile, accertare, quale movente del delitto, l’esistenza all’interno della famiglia Scarfone di dissidi, acuitisi nel corso degli anni, legati alla gestione del patrimonio immobiliare e quindi dell’eredità dell’anziana madre dei fratelli Scarfone, nel frattempo deceduta.

Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti presso le Case circondariali di Reggio Calabria “Panzera” ed “Arghillà” su disposizione dell’Autorità giudiziaria competente, in attesa di essere sottoposti ad interrogatorio di garanzia.

 

Il video:

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