Gioia Tauro, sfiduciato il sindaco Giuseppe Pedà

Con nove voti favorevoli passa la mozione di sfiducia presentata nei confronti del primo cittadino della città della piana
di Agostino Pantano
23 dicembre 2016
18:57

Con nove voti favorevoli il consiglio comunale ha approvato la mozione di sfiducia presentata dai consiglieri facenti capo al Partito Democratico e a Forza Italia. Giuseppe Pedà non è più sindaco di Gioia Tauro.


Hanno votato per la sfiducia i consiglieri Alessio e Altomonte (Pd), Tomaselli e Cavallaro (Fi), gli indipendenti Schiavone, Zappala' , Bellofiore, Guerrisi e Raco, mentre tra le fila dell'opposizione si e' astenuto Larosa.


  

Giuseppe Pedà, un ex berlusconiano che è stato anche presidente delle Ferrovie della Calabria, era sindaco senza tessera di partito dal maggio 2015. Quasi due anni di un mandato sibuto tormentato a causa del tipo di giunta varata dal primo cittadino, infilzata immediatamente da una parte della maggioranza che non aveva digerito le "mani libere" rivendicate dal sindaco specie per nominare quale assessore esterno Francesco Toscano. Iniziavano fibrillazioni mai recuperate fino al 25 novembre scorso, giorno in cui i consiglieri di maggioranza Tomaselli, Cavallaro, Raco e Guerrisi elaboravano assieme ai colleghi di minoranza - tutti tramne Larosa - un documento comune di 14 pagine che ha dettagliato la mozione di sfiducia votata nel tardo pomeriggio di oggi.

 

Uno schieramento politicamente trasversale e parecchio eterogeneo, dunque, ha spodestato il sindaco che a 24 ore dalla votazione in un comizio in piazza aveva spiegato le ragioni politiche della sua scelta di non dimettersi, di attendere il voto senza tatticismi o indebite aperture ai dissidenti, lasciando comunque intendere la volonta' di ripresentarsi in futuro a partire dal sostegno del "comitato Gioia Tauro Libera", un gruppo di cittadini che in questi giorni ha presentato in Prefettura una petizione con 1500 firme per manifestare sostegno al giovane imprenditore.

 

Gioia Tauro, Pedà non lascia e mobilita la piazza contro la sfiducia di 9 consiglieri 

 

Nel Consiglio di oggi, dopo la lettura della mozione di sfiducia fatta dalla consigliera Democrat Alessio, il sindaco ha preso la parola per 72 minuti leggendo e commentando un dossier molto corposo che ha presentato come "controdeduzioni". Un botta e risposta formale e privo di patos polemico, pero', anche per via della scelta dei consiglieri confiurati di non prendere la parola, di non spiegare oltre, di non giustificare ancora di piu' la comune decisione di far saltare il banco all'antivigilia di Natale.

Si apre quindi una fase politica e amministrativa nuova nella citta' del porto. Il Comune verra' affidato ad un commissario, mentre partiti, movimenti e leader politici si prepareranno per il prossimo turno elettorale che dovrebbe essere fissato per la prossima primavera. Riguardando la radiografia politica della coalizione che ha chiesto ed ottenuto la sfiducia del sindaco, non sembrerebbe possibile che le diverse anime che la formano riuaciranno a creare un blocco comune. Ben difficilmente il Pd guidato da Alessio potrebbe allearsi con l'asse Tomaselli-D'Agostino-Cavallaro-Guerrisi. Come pure a sinistra i renziani sono da tempo in rotta di collisione con il movimento dell'ex sindaco Bellofiore, Cittadinanza Democratica.

 

E dunque dal quadro frastagliato che emerge, residua sopratutto una domanda: cosa fara' il consigliere Schiavone, vice sindaco nell'amministrazione Dal Torrione (di cui Anna Tomaselli e' moglie), dopo aver presentato e votato una sfiducia che rimette in carreggiata quel centrodestra da cui aveva preso le distanze nelle ultime elezioni in cui si e' candidato a sindaco con due liste civiche ? E poi ancora: il Pd, il cui circolo e' commissariato, seguira' Alessio in questa sua nuova campagna primaverile all'insegna dell'autosufficienza politica, oppure tentera' la via del dialogo magari con lo stesso Peda' che non ha mai fatto mistero di avere buoni rapporti col governatore Oliverio tramite una componente interna del partito di Renzi che si contrappone all'ala sindacale di cui l'ex sindaco antimafia e' leader?

 

Insomma quesiti interessanti all'esito di una vicenda che in queste ore ha registrato anche la smentita da parte di Dal Torrione che ha negato, tramite il social network Facebook, un suo ritorno in campo. E sempre a conferma che non nasce oggi il trasversalismo che ha portato alla fine anticipata della consiliatura, c'e' chi in queste ore ricorda l'operazione che alcuni ambienti del Pd e della maggioranza - gli stessi che oggi hanno negato "il panettone" al sindaco - avevano tentato all'inizio del mandato proponendo attraverso alcune riunioni in case private l'elezione di Alessio a presindente del Consiglio. Non se ne fece nulla, ma in ogni caso quel passaggio fu la chiara avvisaglia di quali siano state ieri e di quali siano state ancora oggi le forze in campo per rendere difficile la vita al sindaco.

Agostino Pantano

Giornalista
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