'Ndrangheta, confiscati beni per 500 mila euro alla cosca Crea

L’attività investigativa ha evidenziato l’assoluta egemonia del clan, esplicata sul territorio come una vera e propria “signoria”, sia nell’esercizio delle tradizionali attività criminali che nel totale condizionamento della vita pubblica
21 dicembre 2016
14:35

La Polizia di Stato, nell’ambito della lotta all’illecita accumulazione di ricchezze, ha messo a segno un ulteriore attacco agli interessi criminali della ‘ndrangheta attraverso l’aggressione ai patrimoni illeciti nella disponibilità dei principali esponenti della cosca “Crea”, operante nella piana di Gioia Tauro.

 


È stata, infatti, data esecuzione a un provvedimento di confisca beni emesso dal locale Tribunale - Sezione Misure di prevenzione, originato da una proposta del questore di Reggio Calabria, effettuata sulla scorta di un’articolata attività di natura patrimoniale, svolta dalla locale Divisione Anticrimine.

 

L’attività in questione rappresenta la naturale evoluzione delle indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria e coordinate dalla Dda reggina, a conclusione delle quali, nel giugno 2014, è stata data esecuzione a un’ordinanza, emessa dal Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, con la quale sono state disposte, nei confronti di 16 persone, le misure della custodia cautelare in carcere e degli arresti domiciliari per i delitti di associazione di stampo mafioso, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni e truffe alla Comunità Europea.

 

Tra i destinatari del provvedimento restrittivo, oltre al capo storico della famiglia, Teodoro Crea, 77 anni; e buona parte del suo nucleo familiare, risultano anche altri esponenti di spicco della ‘ndrina - quali Antonio Crea, detto “u Malandrinu” e Domenico Crea, 62 anni detto “Scarpa Lucida”, legati da vincoli di parentela con il suddetto capo della consorteria criminale, destinatari del provvedimento, anche 3 ex amministratori pubblici del Comune di Rizziconi.

 

L’attività investigativa ha evidenziato l’assoluta egemonia della cosca Crea, esplicata sul territorio come una vera e propria “signoria”, sia nell’esercizio delle tradizionali attività criminali che nel totale condizionamento della vita pubblica, tanto da determinare, nel 2011, lo scioglimento del Consiglio Comunale di Rizziconi.

 

Il provvedimentoo ablatorio ha interessato una lussuosa villa, sita nel comune di Rizziconi, e una polizza assicurativa intestati a Marinella Crea, 40 anni, figlia di Teodoro.

 

 

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