Enzo Infantino, dai campi profughi al Premio Samaritano

Il cooperante calabrese inserito dalla giuria tra i 5 finalisti. Il 3 dicembre a Dolo, in provincia di Venezia, la cerimonia di premiazione
di Redazione
1 dicembre 2016
14:14

Si svolgerà sabato 3 dicembre a Dolo (Ve) la cerimonia conclusiva del Premio Samaritano, iniziativa promossa ed organizzata da Avis Riviera del Brenta in collaborazione con Avis Nazionale, Avis Regionale Veneto e Avis Provinciale Venezia.

 


Un appuntamento biennale che vuole fare spazio e dare luce a quelle donne e a quegli uomini impegnati ogni giorno nel volontariato, laddove la povertà dà luogo all’amore, all’affetto, al bene verso il prossimo.

 

Avis Regionale Calabria ha favorito l'iniziativa divulgandola tra le sue consorelle che prontamente hanno risposto presentando ben quattro segnalazioni, di cui due in finale ed una destinataria di menzione d'onore. Una delegazione accompagnerà i tre candidati alla cerimonia di premiazione di giorno 3 dicembre p.v.

 

È in questo spirito che si intende il Premio Samaritano, un'occasione che si rivolge a chi si è particolarmente distinto per un gesto di altruismo, oltre la professione, la vocazione e la parentela. È un messaggio dedicato ai non eroi, alle persone semplici che compiono gesti di ordinaria umanità incessantemente, generosamente, spontaneamente, senza lodi e senza attese; è questo il vero Premio Samaritano, un luogo dove i racconti di storie di vita si intrecciano negli sguardi delle nuove generazioni.

 

Saranno proprio gli studenti delle Scuole Superiori di Dolo a decretare Il Samaritano 2016. Una prima commissione si è riunita lo scorso 22 ottobre ed ha scelto i cinque finalisti che si incontreranno il 3 dicembre. Tra questi, Enzo Infantino. Un ragazzo con una storia di vita che continua a seminare il bene, un uomo impegnato da anni in quelle missioni umanitarie che hanno come mission la tutela dei diritti dei più deboli, dei senzatetto, dei profughi.

 

Una vita, la sua, impegnata a favore del prossimo, in quei campi della Grecia e della Siria, di quelle terre bombardate dal terrorismo, dal disordine, dalla guerra. Una vita che spesso ha incrociato gli occhi dei bambini che giocano in mezzo al cemento delle proprie case distrutte, gli sguardi profondi di tante mamme che non avrebbero mai sperato quel futuro per i propri figli, i sacrifici di quei padri che vivono nella paura di non conoscere il domani. Enzo, è un uomo che porta dentro di sé l’esperienza del "fare del bene", una persona che senz’altro ha contribuito a seminare la speranza, un uomo che ha dato luce a quelle vite disperate che si vedono vittime di guerra. La sua storia sarà raccontata in occasione della manifestazione per contribuire a conoscere quella parte del mondo diversa dalla nostra, una fetta di Terra che non vede niente che non sia paura, terrore, umiliazione d’essere uomini schiavi di una mentalità contorta, diffamante, ingenerosa, violenta.

 

Lo spirito del nobile riconoscimento voluto da Avis, che è a fondamento dell'iniziativa di cui Enzo è uno dei protagonisti, ripercorre lo scenario della parabola del buon samaritano che dà prova della misericordia e della compassione da trasmettere al nostro prossimo, privilegiando dunque l'amore e l’etica rispetto alle formalità e alle differenze, anche religiose.

 

Enzo si dice «onorato e felice» di poter parlare agli studenti di Dolo, non solo del suo impegno ma anche dei suoi numerosi viaggi di volontariato, «delle speranze per una vita migliore dei rifugiati di guerra che vivono chiusi nei campi profughi in Grecia, della tenacia e del sorriso, nonostante tutto, dei miei fraterni amici Mosa Mosa e Moustafa, due fratelli curdi scappati da Aleppo per portare le loro famiglie lontano dalla Guerra. Della neonata Kajin, concepita nel campo profughi di Idomeni che rappresenta il simbolo dell’amore che vince sul male, del piccolo Masum, partito da un piccolo villaggio della Siria con la mamma e le tre sorelline nel tentativo di riabbracciare il papà che vive in Germania ed infine della straordinaria solidarietà che la mia terra ha saputo esprimere ai rifugiati».

 

La storia di Enzo, dunque, nasce da molto lontano. Sin dal 1999 è impegnato nel contrasto alla violenza e nella tutela dei diritti umani. La sua prima missione, denominata “arcobaleno“, ha luogo nel campo profughi di Valona, in Albania, durante la Guerra dei Balcani. Poi, si concentra sul Libano, la Siria, la Cisgiordania e la Giordania. Dall’Egitto attraversa la Striscia di Gaza, all’interno della quale Enzo ed il suo gruppo sono stati trattenuti, per oltre una settimana, dagli egiziani a causa della guerra in corso tra l’esercito egiziano e quello degli jihadisti, nella parte del Sinai del Nord.

 

Riparte poi alla volta della missione umanitaria “Calabria per Idomeni“ e successivamente nei campi profughi di Salonicco. Ritorna il Libano e in Grecia nell’agosto del 2016.

 

Enzo continua quel percorso di vita che regala sorrisi e speranze a chi non conosce altro che la guerra, continua quel suo viaggio coinvolgendo i suoi amici. Enzo farà presto tappa a Dolo per raccontarsi e raccontare perché ha deciso di percorre quella strada guidata dal suo immenso cuore.

 

Immacolata Corso

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