CAMPO CALABRO: COMUNE SALVO. NON CI SONO INFILTRAZIONI MAFIOSE

Negativo l’accesso agli atti dell’ente, alla cui guida c’è un sindaco del Partito Democratico, disposto dal Prefetto di Reggio Calabria.
15 luglio 2014
00:00

REGGIO CALABRIA - L’amministrazione comunale di  Campo Calabro, il centro del reggino nel quale venne ammazzato il magistrato Antonino Scopelliti nelL'Agosto del lontano 1991, non è vittima di infiltrazioni mafiose. La notizia è certa, dopo l’accesso agli atti dell’ente disposto dal prefetto di Reggio, su delega del ministro dell'Interno ha dato esito negativo.

Nel decreto emesso dal ministro Angelino Alfano, si chiarisce che "gli elementi emersi dall'accesso non presentano la necessaria congruenza rispetto ai requisiti di concretezza, univocità e rilevanza" richiesti alla normativa antimafia.


Resta in sella, dunque, Domenico Idone. Il sindaco del Partito democratico, eletto nel 2012. La conclusione della vicenda è stata registrata con soddisfazione anche dal responsabile del PD reggino Sebi Romeo.  “ Non abbiamo mai gridato al complotto, in questi mesi – ha detto -  ma abbiamo espresso, invece, fiducia nei confronti di tutti i soggetti coinvolti nel procedimento. Eravamo sicuri della trasparenza dell'operato del sindaco Idone e che, collaborando, gli uomini dello Stato avrebbero serenamente svolto il loro mandato e stabilito la verità”.

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