Referendum, Oliverio ci mette la faccia. Proprio quando la partita sembra perduta

Proprio quando il vento sembra soffiare impetuosamente nelle vele dei sostenitori del “no”, almeno a dare retta gli ultimi sondaggi, il Governatore ha deciso di spendersi fino in fondo per la causa più renzista mai affrontata dal Pd
di Riccardo Tripepi
20 novembre 2016
09:12

Stavolta nessuna sorpresa. Il governatore Mario Oliverio è stato al fianco della ministra Boschi nella sua nuova visita calabrese. E ci ha messo faccia e dichiarazioni a sostegno della riforma costituzionale. Nonostante fuori dall’auditorium Guarasci infuriasse la protesta Oliverio ha deciso di esserci, diversamente rispetto a quanto scelto a settembre in occasione della Festa regionale del partito a Reggio Calabria. Anche allora la Boschi fu la guest star, ma il presidente della giunta non si fece vedere, così come marcarono visita tutti gli uomini della sua corrente.

 


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Adesso, proprio quando la partita sembra compromessa almeno a dare retta gli ultimi sondaggi, Oliverio ha deciso di spendersi fino in fondo per la causa più renzista mai affrontata dal Pd.


Dopo aver spiegato le ragioni, le solite, che fanno della riforma costituzionale ciò di cui ha bisogno il Paese, Oliverio si è spinto oltre analizzando la campagna elettorale e le sue tensioni.


«L’ultima cosa su cui voglio soffermarmi –ha detto - è quella che riguarda l’uso distorto di un voto che non può essere utilizzato per bocciare un governo o una giunta regionale. Al centro della riforma c’è qualcosa che va ben aldilà di un governo o di una giunta regionale o, addirittura, di un congresso interno al Pd ed è l’interesse dell’Italia, il suo futuro. Agli amici e ai compagni, anche a quelli del Pd che oggi sono schierati sul fronte del no, mi permetto di dire di riflettere sul fatto che qualora il no dovesse prevalere, anche con le percentuali che si agitano in questi giorni, il risultato sarebbe il frutto di un guazzabuglio, di un combinato/disposto sciagurato. Ecco perché dobbiamo utilizzare questi giorni che mancano alla data del 4 dicembre per sollecitare nei nostri concittadini una riflessione seria, onesta, nel merito, sul cuore di questa riforma».


Insomma, l’impegno massimo del governatore arriva sul finire di una campagna elettorale e proprio quando il vento sembra soffiare impetuosamente nelle vele dei sostenitori del “no”. Un dato del tutto singolare, considerato che Oliverio solitamente le campagne elettorali ama vincerle e non è solito spendersi per cause perse. Un riposizionamento finale che espone il governatore tanto quanto Magorno.

 

«Io credo –ha concluso Oliverio - che anche questa volta, in questo nuovo passaggio storico per la vita del Paese, il Mezzogiorno e la Calabria ci staranno da protagonisti e dalla parte giusta, per riconquistare il peso e la considerazione che meritano Se lo faremo, se staremo dalla parte del cambiamento, conquisteremo maggiore forza e maggiore peso specifico. Sono sicuro che questa aspettativa non sarà delusa e che da questa parte del Paese e dalla Calabria verrà un contributo determinante per scrivere una pagina importante della storia e del futuro del nostro Paese». Insomma se dovesse esserci una larga vittoria del no in Regione a ballare in casa Pd sarà più di uno.

 

Riccardo Tripepi

 

Giornalista
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