Referendum, calma apparente in casa Forza Italia

In Calabria la campagna referendaria viene caricata di un significato politico ulteriore, ovvero la bocciatura dell’azione politica portata avanti dal governatore Mario Oliverio
di Riccardo Tripepi
15 novembre 2016
20:53

Le fibrillazioni interne al centrodestra stanno rischiando di far implodere la coalizione, nonostante l’impegno comune che i partiti stanno portando avanti per il referendum. Lo scontro tra il leader della Lega Matteo Salvini e l’ex candidato sindaco di Milano Stefano Parisi è stato assai grave e rischia di far scoppiare una conta interna a Forza Italia. Se ne è accorto anche Silvio Berlusconi che ieri ha “ripreso” Parisi e richiamato tutti alla compattezza, perché ulteriori divisioni ridurrebbero la coalizione a ruoli di subalternità anche nel futuro.

 


In Calabria il partito guidato da Jole Santelli rimane prudente e abbottonato. Intanto perché tutte le truppe sono impegnate nella campagna referendaria che, come non si stanca di ripetere il vice coordinatore regionale Roberto Occhiuto, nella nostra Regione viene caricata anche di un significato politico ulteriore, che sarebbe quello della bocciatura dell’azione politica portata avanti dal governatore Mario Oliverio.

 

Il partito è poi stato impegnato a ricucire gli strappi assai pesanti che si sono consumati sul territorio reggino dopo la fuoriuscita forzosa del senatore Antonio Caridi e che, solo da ultimo, sembrano essere rientrati dopo la nomina di Alessandro Nicolò vice coordinatore regionale e sub commissario provinciale insieme a Francesco Cannizzaro.

 

Eppure, sotto traccia, i movimenti iniziano ad esserci. E anche piuttosto consistenti. Non vi è dubbio, infatti, che la leadership di Jole Santelli sia vicinissima alle posizioni di Giovanni Toti che proprio qualche giorno fa era sul palco insieme a Matteo Salvini per marcare le distanze dall’area più moderata che sta provando a costruire Stefano Parisi. Del resto Toti è stato sempre assai vicino alle posizioni del Cavaliere, almeno prima che le acque azzurre venissero agitate dalla campagna elettorale di Milano e dall’ingresso di Parisi. In questo schieramento si possono fare rientrare anche il vice della Santelli, Roberto Occhiuto e il di lui fratello Mario, sindaco di Cosenza.

 

Anche il reggino Alessandro Nicolò è ormai saldamente inserito nel gruppo, insieme alla maggioranza del partito reggino, dopo gli accordi raggiunti con la Santelli. Accordi che, di fatto, hanno emarginato il terzo dei vice coordinatori regionali Nino Foti che anche sulla campagna elettorale per il referendum sta organizzando appuntamenti indipendenti, come l’ultimo che ha registrato la presenza dell’ex presidente del Senato Renato Schifani. Foti sarebbe assai interessato ad un’eventuale area moderata e alternativa che potrebbe costruire Parisi sui vari territori.

 

A Catanzaro, invece, se il coordinatore provinciale Mimmo Tallini è convintamente sulle posizioni di Santelli e Toti, non è ancora chiara la posizione del quarto e ultimo vice coordinatore regionale del partito, Wanda Ferro. La Ferro, ancora in attesa di conoscere l’esito della sentenza della Corte Costituzionale in ordine ad un suo possibile ingresso in Consiglio regionale, sta scrutando l’orizzonte e la sua delusione sul trattamento riservatole dal partito dopo la campagna elettorale per le regionali è stata espressa più di una volta.

 

Sicuramente interessati alle esternazioni di Parisi e vicini a quest’ala del partito ci sono poi due ex consiglieri regionali come Salvatore Pacenza, anima del partito a Crotone, e il cosentino Gianpaolo Chiappetta. Anche il coordinatore provinciale di Vibo Mangialavori sarebbe interessato, per dna, a posizioni moderate, ma sono noti i suoi ottimi rapporti sia con la Santelli che con Giovanni Toti. La partita interna agli azzurri, insomma, si presenta assai complicata ancor prima del fischio d’inizio che sarà dato dopo il referendum.

 

 

 

Riccardo Tripepi

Giornalista
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