'Ndrangheta, in manette 26 affiliati al clan Condello (NOMI-FOTO-VIDEO)

L’indagine dei carabinieri ha permesso di ricostruire la rete dei fiancheggiatori del capo mafia Domenico Condello arrestato nel 2012 dopo oltre 20 anni di latitanza. Fatta luce su numerosi episodi estorsivi
di Redazione
15 novembre 2016
07:25

Alle prime luci dell’alba di oggi, nella Provincia di Reggio Calabria, il personale del Ros e del locale Comando Provinciale Carabinieri con l’ausilio del personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e dell’8° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Vibo Valentia ha dato esecuzione ad un Provvedimento di Fermo di indiziato di delitto emesso da questa Procura Distrettuale Antimafia, a carico di 26 soggetti, riconducibili alla cosca Condello di Reggi e  gravemente indiziati, a vario titolo, di all’associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di munizioni ed armi comuni da sparo e da guerra rese clandestine, procurata inosservanza di pena e favoreggiamento personale, minaccia e danneggiamento seguito da incendio, tutti aggravati dalla finalità di agevolare l’attività della predetta associazione mafiosa.

 


L’operazione denominata "Sansone"  ha permesso di ricostruire la rete dei fiancheggiatori del capo mafia Domenico Condello, tratto in arresto nel 2012 dopo oltre 20 anni di latitanza e gli assetti delle cosche operanti nell’area metropolitana del capoluogo che esercitavano un’asfissiante pressione estorsiva sul territorio.

 

«…non lasciare scampo a nessuno» - Le indagini hanno così messo in luce la presenza, nell’area villese, di una forte pressione estorsiva e di un controllo criminale esercitato congiuntamente, da più cosche, in modo capillare. Situazione questa che può essere efficacemente riassunta nelle parole di Pasquale Bertuca che - nel corso di un colloquio in carcere intrattenuto con la sorella Felicia e con il nipote Vincenzo Sottilaro il 23.08.2010 - invitava i familiari a riferire a Alfio Liotta, soggetto incaricato della riscossione dei proventi estorsivi, di «non lasciare scampo a nessuno» con la precisazione di un imprenditore cui doveva rivolgersi che doveva «… essere il primo che glieli deve portare!».

 

Il controllo esercitato sul territorio era così ampio e penetrante che gli esponenti delle consorterie mafiose - oltre a condizionare la vita economica del territorio villese posto che l’avvio di iniziative economico/imprenditoriali doveva ricevere il placet degli esponenti delle varie cosche - erano in grado di risalire agli autori dei furti in abitazione e di veicoli, dei danneggiamenti, e di attivarsi per la restituzione dei beni ai legittimi proprietari, anche dietro il pagamento di una somma di denaro.

 

Entrando più nel dettaglio, nel settore delle estorsioni, i rapporti tra le cosche Zito-Bertuca e quelle Condello-Buda-Imerti sono caratterizzati da logiche spartitorie dei proventi estorsivi che si sono dipanate non senza momenti di criticità derivanti dalla duplicazione delle richieste estorsive tali da determinare, in alcuni casi, incontri diretti tra i referenti dei due schieramenti.

 

Particolarmente eloquenti sono ancora le parole di Pasquale Bertuca che, lamentandosi col fratello Vincenzo dell’eccessivo attivismo estorsivo del condelliano Andrea Carmelo Vazzana nell’area di Villa S.Giovanni, specificava che Alfio Liotta gli avrebbe dovuto riferire «… che le indagini sopra di noi non le può fare nessuno! Altrimenti glielo mando a dire con Mico! Perché… tutte le volte che hanno portato… una brioche se la sono mangiata pure loro!» specificando che, quando entravano nell’area di loro pertinenza, «gli devi dire che prima di andare a Cannitello devono “bussare” però!».

 

L’attività estorsiva - Nel complesso le attività di indagine hanno permesso di documentare ben 20 episodi estorsivi - consistenti nella pretesa di ingenti somme di denaro - in danno di numerose imprese operanti nei settori della raccolta dei rifiuti solidi urbani e delle costruzioni in generale/movimento terra, impegnate nello svolgimento di servizi ed opere sia private che di interesse pubblico, i cui proventi, sono stati suddivisi tra le predette cosche.

 

Le relazioni tra le suddette cosche nel campo estorsivo hanno conseguentemente consentito di delineare gli assetti associativi non solo delle cosche Condello-Buda-Imerti e Zito-Bertuca ma anche della cosca Garonfalo, operante nel limitrofo comune di Campo Calabro.

 

I NOMI:

 

- Angelo Benestare, 54 anni

- Felicia Bertuca, 61
- Pietro Bertuca, 46
- Vincenzo Bertuca, 66
- Domenico Bonforte, 44
- Domenico Calabrese, 63
- Pasquale Calabrese, 63
- Luciano Condello, 70
- Attilio Cotroneo, 57
- Vincenzo Cristiano, 49
- Grazia Falcone, 53
- Alessandro Idone, 35
- Alfio Liotta, 61
- Giovanni Malara, 44
- Maria Caterina Romeo, 65
- Giuseppe Scappatura, 55
- Alberto Scarfone, 27
- Rocco Scarfone, 27
- Antonino Sottilaro, 40
- Vincenzo Sottilaro, 31
- Lorenzo Sottilotta, 52
- Andrea Carmelo Vazzana, 47
- Giuseppe Vermiglio, 59
- Domenico Viglianisi, 55
- Domenico Zito, 62.

 

 

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