Giuseppe Cosimo Ruga: il dominus di Monasterace

Anche i cittadini preferivano rivolgersi al boss piuttosto che alle istituzioni preposte, tanto che il Gip, nell’ordinanza, ha parlato di antistato
di Manuela Serra
20 ottobre 2016
13:08

Giuseppe Cosimo Ruga, tra le 14 persone arrestate stamani nell'operazione "Confine 2," controllava a Monasterace ogni iniziativa economica legale. Emblematica è stata la circostanza in cui un proprio sodale chiedeva al “boss” il permesso a che un terzo soggetto potesse vendere della carne al mercato settimanale del sabato, premurandosi di accertare che non “desse fastidio”, in termini di concorrenza, accostando questi alla gestione del supermercato “Da Nino” oggi posto sotto sequestro.

 


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Anche con riguardo a quest’attività commerciale, sebbene formalmente intestata a Antonio Franco, le indagini hanno consentito di accertare che lo stesso era solo un intestatario fittizio in quanto la vera gestione dell’esercizio era demandata a Giuseppe Cosimo, benché questi fosse assunto quale semplice dipendente. Il supermercato, poi ceduto alla figlia di quest’ultimo, costituiva il centro di comando da cui venivano impartiti ordini, disposizioni e direttive nonché luogo verso cui fare confluire tutte le comunicazioni e le informazioni d’interesse per la cosca.

 

Il ruolo di vertice del Giuseppe Cosimo Ruga, che lo stesso esercitava con particolare ferocia e spietatezza , era unanimemente riconosciuto anche da comuni cittadini, tanto che durante l’attività investigativa è emerso che talvolta, questi ultimi, avendo un problema da risolvere, preferivano rivolgersi al lui piuttosto che alle istituzioni preposte, tanto che il Gip, nell’ordinanza, ha parlato di antistato. Questi episodi danno l’idea del grado e della forza d’incidenza del sodalizio mafioso de quo sul territorio in cui insisteva ed operava e dei compiti che gli venivano riconosciuti anche da chi, semplice cittadino, in quello stesso territorio vive e lavora.

(Giuseppe Cosimo Ruga)

Emblematica è la vicenda, emersa dalle intercettazioni, che ha visto una donna del luogo chiedere aiuto Giuseppe Cosimo per alcuni problemi di natura sentimentale sorti con l’ex compagno di nazionalità rumena. La risposta non si fece attendere, infatti, poco dopo, l’uomo, unitamente ad altro connazionale, rimase vittima di un violento pestaggio ad opera di Antonio Leotta, Roberto De Masi e Maurizio Sorgiovanni, tutti intranei alla cosca Ruga.

 

Ma anche rifiutare un “favore” ai sodali della cosca poteva costare caro, così come accaduto ad un artigiano del luogo, di professione meccanico che, non essendo andato in soccorso di tale Giorgio Vertolo, rimasto in panne con la propria vettura, si è visto irrompere nella propria officina tre appartenenti alla cosca che gli devastarono il locale nonché le vetture ivi ricoverate, arrecando così un danno di oltre 7.000 euro.

Giornalista
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