Chi è Gennaro Pulice, il pentito che a 15 anni vendicò il padre (VIDEO)

Il neo collaboratore di giustizia con le sue dichiarazioni ha permesso l’arresto ieri dei cugini Gagliardi che collaborarono all’uccisione di Gennaro Curcio a Nocera nel 1996
di Tiziana Bagnato
9 settembre 2016
10:49

Non c’è solo il delitto di Gennaro Curcio tra quelli raccontati e “svelati” dal pentito Gennaro Pulice. Una vera e propria primula della ‘ndrangheta calabrese quella che da mesi sta parlando. Un fiume in piena che sta aiutando a ricostruire, non solo diversi efferati casi di cronaca rimasti per anni sotto silenzio, senza un colpevole alla sbarra, ma ha anche con i propri racconti personali contribuito ad approfondire anche gli aspetti più intimi della mafia nostrana.

 


Nocera Terinese, omicidio Curcio: due arresti (NOMI-FOTO)

 

Come accade con il racconto della sua iniziazione. Avvenuta a 15 anni. Quando nel nostro pensare comune un adolescente è ancora ben lontano dall’essere un uomo e i suoi pensieri si dovrebbero destreggiare tra la compagna di scuola che gli ha fatto perdere la testa e un agognato motorino.

 

Non fu così per Pulice, così come per molti altri nati all’interno delle “famiglie”.

 

A mettergli in mano un fucile a canne mozze con lo scopo di vendicare l’omicidio del padre fu il nonno che lo esortò a non avere troppi pensieri perché, vista l’età, anche se lo avessero arrestato non avrebbe dovuto passare troppo tempo dietro le sbarre. Così Pulice uccise Salvatore Belfiore con due colpi di pallettoni in pieno visto. Accanto a lui Bruno Gagliardi, lo stesso che lo accompagnò nell’omicidio Curcio e già arrestato nell’operazione Andromeda.

 

Da allora un susseguirsi di omicidi non da poco all’interno del clan Cannizzaro - Da Ponte e con lo scopo di riuscire a sbaragliare il controllo delle varie cosche lametine sui diversi traffici. Tra gli omicidi più importanti quello del fotografo Salvatore Ventura, un caso di lupara bianca per decenni e risolto solo da poco. Bisogna attendere il 2014 perché Pulice decida di ritirarsi al nord e di dedicarsi all’imprenditoria. Poi la soffiata dell’imminente arresto e la decisione di pentirsi. Da allora non ha mai smesso di parlare e sono ancora in tanti a tremare per lui ma anche a sperare che con le sue testimonianze possa fare luce sui tanti casi ancora irrisolti. Tiziana Bagnato

Giornalista
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