Carcere di Rossano, i Radicali: “I detenuti privati anche della televisione”

Una rimozione per la delegazione “ingiustificata, inutilmente afflittiva e illegittima”. Chiesto anche il potenziamento del personale all’interno della struttura
di Redazione
3 agosto 2016
10:24

Una delegazione guidata da Emilio Enzo Quintieri, già membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, ha effettuato una visita ispettiva alla Casa di Reclusione di Rossano. Nella struttura, ad oggi, sono presenti 216 detenuti (157 italiani e 59 stranieri), di cui 204 condannati definitivi e 12 giudicabili. 129 sono i ristretti appartenenti al Circuito dell’Alta Sicurezza e 75 quelli appartenenti alla Media Sicurezza. Tra questi 26 condannati all’ergastolo.


Riscontrata la presenza di 18 tossicodipendenti e di 4 “lavoranti” all’interno dell’Istituto. Di questi due provenienti da altri Istituti del Nord Italia, si trovano nel Reparto di Isolamento, poiché sottoposti al regime di sorveglianza particolare. Con riferimento a quest’ultimi, entrambi stranieri, la Delegazione ha preso atto che, tra le altre cose, è stato loro proibito di vedere persino la televisione e quindi di tenersi informati, rimuovendo la tv dalle loro camere di pernottamento.



Per i Radicali, “non si comprende quali siano i motivi che giustifichino la rimozione - afferma il capodelegazione Quintieri - posto che tale apparecchio non può assolutamente ritenersi, nel caso specifico, funzionale al mantenimento dell’ordine e della sicurezza intramoenia per cui la sua rimozione è ingiustificata, inutilmente afflittiva ed illegittima non essendo ‘strettamente necessaria’ allo scopo previsto dalla legge. Con la rimozione del televisore – aggiunge - viene anche impedito ai detenuti di potersi avvalere dei mezzi di informazione, negandogli un diritto umano fondamentale costituzionalmente protetto dall’Art. 21 della Costituzione oltre che dall’Art. 18 comma 6 della Legge Penitenziaria”.


Per questi motivi, la delegazione, con una nota inviata anche all’Amministrazione Penitenziaria ed al Garante Nazionale dei Diritti dei Detenuti, ha sollecitato l’intervento “d’ufficio” del Magistrato di Sorveglianza di Cosenza.


La delegazione ha lamentato la grave carenza del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria nel Carcere sollecitando l’Amministrazione Penitenziaria, centrale e periferica, “a voler intervenire tempestivamente per potenziare l’organico del personale ricorrendo anche ad eventuali distacchi da altri istituti, al fine di eliminare disagi e stress per il personale operante e, contestualmente, al fine di consentire l’effettivo e concreto svolgimento di tutte le attività programmate dall’Istituto”.

 

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