Reggio: condanne nel processo Leonia - VIDEO

La gestione dei rifiuti dal 2001 al 2012 è stata della ndrangheta. Lo attesta la sentenza di primo grado emessa ieri dal Tribunale di Reggio con la quale il giudice ha colpito duramente i membri della cosca Fontana accusati di essersi infiltrati all'interno dell'azienda municipalizzata protagonista dello scioglimento per mafia di Palazzo San Giorgio
di Francesco Creazzo
27 luglio 2016
14:52

Condanne pesantissime sulla cosca Fontana: il Tribunale di Reggio ha emesso ieri la sentenza di primo grado nel processo sulle infiltrazioni del clan di Archi sulla Leonia, la ex azienda municipalizzata che gestiva la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti per il comune e che fu protagonista, assieme alle altre partecipate, dello scioglimento di Palazzo San Giorgio nel 2012 proprio a causa della penetrazione della ndrangheta.

 


L'accusa guidata dai pm Rosario Ferracane e Giuseppe Lombardo ha retto alla prova del Tribunale: il clan alleato del "supremo" Pasquale Condello avrebbe controllato con i propri uomini la gestione dei rifiuti a Reggio Calabria per circa 10 anni. Pene durissime sono state inflitte ai componenti della famiglia Fontana: 23 anni e 6 mesi sono stati inflitti al boss Giovanni Fontana, 15 anni e 6 mesi al figlio Antonino Fontana, 12 anni e 6 mesi ciascuno a Giuseppe Carmelo Fontana e Francesco Fontana, 11 anni e 10 mesi a Giandomenico Fontana. Pene severe anche per gli imputati minori: Giuseppe Palizzotto (4 anni e 6 mesi, Giuseppina Suraci (3 anni e 8 mesi), Eufemia Maria Sinicropi (2 anni e 8 mesi), Giuseppe Scaturchio (2 anni), Andrea Antonio Galimi e Giorgio Stiriti (un anno e 6 mesi), Paolo Laganà (1 anno), Domenico Siclari (6 mesi).

 

Francesco Creazzo

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