Regione, Bova si difende: «Non sapevo che Piroso fosse massone»

Il consigliere regionale “scarica” il suo capostruttura. Annunciata la presentazione di un testo di legge sull’incompatibilità tra istituzioni e logge
di Riccardo Tripepi
27 luglio 2016
10:08

Arturo Bova si presenta all’Aula Levato di palazzo Campanella accompagnato soltanto da Filippo Diano dell’Ufficio stampa del Consiglio. Con una voglia incontenibile di spiegare, con passione e dovizia di particolari, qual è la verità dietro le dimissioni del suo capostruttura Carlo Piroso.

 


Intanto un primo punto: «Ero assolutamente all’oscuro che Piroso fosse massone. Ho una formazione, umana e politica, che mi impedisce di comprendere alcune scelte. Sono berlingueriano e per me il partito è una cosa, la massoneria un’altra. L’avessi saputo non avrebbe mai lavorato per me».

 

Secondo punto: troppe anomalie nella comunicazione di Piroso che si è rivolto prima alla stampa e poi ad Arturo Bova. Una lettera che è arrivata ai siti on-line subito prima della riunione dei gruppi Pd e Dp che lo stesso consigliere regionale aveva voluto per discutere delle commistioni tra ‘ndgragheta e politica venute fuori dopo le ultime inchieste giudiziarie della Procura di Reggio. «Credo che sia in atto un tentativo di sgretolare le istituzioni in maniera generalizzata. Lo dimostra anche quanto stanno facendo i Cinque Stelle che, addirittura, hanno richiesto una Commissione di accesso al comune di Reggio Calabria, uno degli esempi più nitidi di come si amministra una città».

 

Ulteriore coincidenza messa in evidenza dal presidente della Commissione antindrangheta, quella relativa all’audizione di esponenti della massoneria svolto poco tempo fa dall’organismo regionale. «E proprio per esigenza di chiarezza ed evitare il gioco al massacro di chi sente di essere estromesso dall'esercizio del potere, avevo convocato in Commissione nelle settimane scorse l'avvocato Minicelli, esponente di primissimo piano del Grande Oriente d'Italia, il quale con assoluta chiarezza e pubblicamente aveva espresso il suo allarme in relazione alla pericolosità del tasso di infiltrazione delle logge massoniche in Calabria da parte della ‘ndrangheta».

 


Infine, l’ultima questione affrontata da Bova: le eventuali contromisure da adottare per evitare di avere brutte sorprese all’interno della Regione, Bova ha annunciato la presentazione di un testo di legge in base al quale burocrati e consiglieri dichiarino la non appartenenza a logge massoniche o associazioni comunque segrete o riservate.

 

«Lascerò il testo in evidenza sul sito del consiglio regionale affinchè chiunque possa contribuire alla formulazione finale del testo, con l'obiettivo, al rientro dalle ferie estive, di chiederne la discussione nell'apposita Commissione consiliare e, successivamente, portarlo all'approvazione finale dell'Assemblea».
Riccardo Tripepi

 

Giornalista
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