Evitata qualsiasi analisi del voto, seduta lampo del Consiglio regionale -VIDEO

Un’ora, o poco più, per approvare tutte le pratiche all’ordine del giorno e abbandonare l’Aula. La seduta del Consiglio regionale, la prima dopo le elezioni amministrative, si è caratterizzata per la sbrigatività dei consiglieri che hanno evitato qualsiasi analisi del voto. Il presidente Oliverio, pur presente in Aula, ha evitato di prendere la parola perfino sui provvedimenti approvati
di Riccardo Tripepi
24 giugno 2016
13:07

Il Consiglio ha dato il via libera alla legge sui primi interventi per la città metropolitana di Reggio Calabria, per la soddisfazione del vice presidente Viscomi che ha spiegato come si sia chiusa la fase di applicazione della legge Del Rio con il trasferimento delle funzioni previste alla Provincia, per il momento, nell’attesa che si istituisca la città metropolitana e venga eletto il Consiglio. 9,7 milioni la cifra complessiva che la Regione trasferirà al nuove Ente.

 


Disco verde anche ad alcune variazioni di bilancio, alle relazioni sulle delibere della Corte dei Conti in merito al rispetto del patto di stabilità e ai bilanci di Arcea, Aterp e Arpacal. Sull’Aterp di Cosenza, in particolare, il consigliere Bevacqua ha chiesto lumi sulla lievitazione delle spese.

 

Neanche questo però è stato sufficiente ad aprire il dibattito. Tutti via alla svelta in attesa della direzione nazionale del Pd che potrebbe essere risolutiva per la riorganizzazione del partito.


La attendono da Vibo per capire come e se si potrà svolgere il congresso provinciale stoppato al momento della sua celebrazione. La attendono anche da Catanzaro e Reggio Calabria, dove i segretari provinciali Bruno e Romeo si trovano nelle stesse condizioni di incompatibilità del vibonese Mirabello, unico ad formalizzato fin qui le dimissioni.


La attende, ovviamente, anche il segretario Ernesto Magorno che si presenterà a Roma con 11mila firme per il referendum costituzionale di ottobre sul quale Renzi si giocherà tutto. Basterà a salvare la sua leadership? Ancora presto per dirlo, mentre sul territorio si susseguono voci su un possibile commissariamento.


Ma ad attendere l’esito della direzione che precede quella regionale c’è anche Mario Oliverio. Almeno per due ordini di ragioni. Il primo: cosa succederà all’interno del Pd? E se è vero che il governatore della Calabria si è schierato per il sì al referendum, sulle posizioni di Renzi, è anche vero che se la minoranza dem (di cui ha fatto parte con orgoglio fino alla sua elezione) dovesse provocare strappi, anche gli equilibri calabresi, tutt’altro che stabili, potrebbero risentirne.


Secondo motivo: i consiglieri regionali sono sempre più insofferenti verso la giunta dei tecnici, imposta da Roma dopo l’esplodere di “Rimborsopoli”. Guccione e Ciconte, reduci da un lungo faccia a faccia che ha avuto luogo a pranzo qualche giorno fa nella provincia di Cosenza, spingono per arrivare al rimpasto. E cominciare, magari, ad avere il ruolo che gli è era stato levato (Guccione era assessore al Lavoro e Ciconte vicepresidente di giunta) nonostante il loro coinvolgimento nell’inchiesta sui rimborsi dei gruppi fosse stato piuttosto marginale.


Difficile, dunque, che Oliverio possa evitare un aggiustamento nelle prossime settimane. Ma naturalmente tutto dipenderà dall’esito delle direzione di oggi e da quello che succederà alla riunione che Magorno ha fissato per il prossimo 28 giugno.

 

Riccardo Tripepi

 

Giornalista
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