Da Vibo a Reggio: le tensioni nel Pd calabrese

E’ sempre più teso il clima dentro il Pd calabrese. Dopo la sconfitta elettorale rimediata a Cosenza e Crotone, alla quale vanno aggiunti i deludenti risultati ottenuti a Roma e Torino e più complessivamente in tutta Italia, ci si aspetta una mezza rivoluzione interna.
di Riccardo Tripepi
23 giugno 2016
12:34

L’attenzione è rivolta, dunque, alla direzione nazionale che Renzi ha convocato per domani dalla quale si attendono precisi segnali anche per i territori. Il segretario Magorno che ha convocato i vertici regionali per il 28 giugno porterà in dote 11mila firme raccolte per il referendum costituzionale di ottobre. Incerto se ciò possa bastare a placare le ire del premier e i fermenti che esistono in tutte le Province, come dimostra quanto sta accadendo a Vibo con il rinvio del congresso provinciale che ha determinato la minaccia di dimissioni da parte di 8 consiglieri comunali e a Lamezia dove la minoranza renziana sta chiedendo conto al segretario sull’appiattimento della sua linea su quella di Oliverio, chiedendone le dimissioni.

A gettare altra benzina sul fuoco, chiedendo che la prossima direzione dei democrat calabresi non si trasformi nella solita riunione di plastica è il reggino Massimo Canale (avversario di Magorno alle primarie per la segreteria regionale) che, dal suo profilo facebook, ne ha per tutti con la sua “semiseria riflessione”.

“Apprendo da una dichiarazione pubblica di Ernesto Magorno che il prossimo 28 giugno si terrà l'assemblea regionale del Pd  – scrive Canale - Avviso ai naviganti, prima di parlare del referendum (mi gioco entrambe le mani che sarà messo al primo punto all'ordine del giorno...) abbiamo ancora in sospeso: la discussione sul risultato delle elezioni europee del 2014;?l'analisi del voto delle regionali 2015;?l'analisi del voto delle comunali della primavera 2015;?l'analisi del voto delle comunali dello scorso autunno;?la questione delle incompatibilità di tre segretari provinciali su cinque;?l’analisi del voto delle comunali a Cosenza e Crotone;?Infine, se proprio volete, il referendum.?Chiedo da subito la parola (affinché non mi si dica, come al solito, che non c'è più tempo)”.
Ma stavolta sembra assai difficile che la riunione possa limitarsi a nascondere la polvere sotto il tappeto. Ad una riflessione profonda ha invitato anche il presidente Nicola Irto.

“Quello che è chiaro è che serve un momento di profonda riflessione e di confronto interno. Così come ha spiegato il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto analizzando la delicata fase che attraversa il partito. “Serve una riflessione profonda nel partito e sui territori – ha detto Irto - Sarà importante capire qual sarà l’indicazione del segretario Renzi alla prossima direzione nazionale. E’ lì che si decideranno le misure in vista della nuova organizzazione del partito anche in vista dell’importante sfida del referendum costituzionale. L’ si gioca una partita squisitamente politica i cui risultati riguarderanno l’attività politica del governo”.

Nicola Irto si è poi così rivolto ai dirigenti calabresi.

“Serve un’analisi profonda per capire le radici profonde per cui abbiamo perso centri importanti in Calabria. Serve soprattutto mettere in campo un’idea collettiva di nuovo progetto culturale - serve un partito che torni a discutere con la società, che riesca a compenetrarsi nel mondo del lavoro, del non lavoro dei giovani che vogliono andarsene dalla Regione, nel mondo dell’impresa e in quello di chi vuole intraprenderla. Se riannodiamo il partito con il tessuto più profondo dei nostri iscritti e dei nostri militanti potremo trovare la soluzione per i nostri problemi”.



Riccardo Tripepi

Giornalista
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