Balneazione: le aree più critiche nel cosentino e a Reggio

Ecco i divieti di balneazione in Calabria per il Ministero della Salute
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16 giugno 2016
14:16

Si fa un gran parlare di attrazione turistica, di salto di qualità di una Regione che, come la Calabria avrebbe tutte le carte in regola per diventare una meta privilegiata al pari delle Maldive o giù di li. Con i suoi 800 km di costa ed i suoi paesaggi mozzafiato teoricamente la Calabria potrebbe diventare una terra molto ricca. ‘Ndrangheta a parte chiaramente. Purtroppo continua a non essere così e le enunciazioni sulla prospettiva rimangono utopistici argomenti da convegno. E sappiamo che la Calabria è la Regione che registra il più alto numero di convegni di tutto il Paese. Anzi possiamo dire che esiste proprio un’industria del convegno. Ma non esiste ancora un ‘industria turistica degna di essere definita tale perché il malaffare e la cattiva gestione non consentono il decollo.


E’ così come ogni anno sulla questione della balneabilità in Calabria si apre un vero e proprio bollettino di guerra. I dati sono quelli diffusi dal ministero della Salute che individua aree critiche soprattutto nei tratti costieri del reggino e dell’alto cosentino, in particolare nelle aree adiacenti alle foci dei fiumi. I parametri al solito sono legati agli indici microbiologici, escherichia coli ed Enterococchi intestinali.
Altri parametri quali cianobatteri, macro-alghe, fitoplancton marino, monitorati in acque con potenziale tendenza alla loro proliferazione al fine di poter adottare eventuali misure di gestione atte a prevenire l’esposizione.



Da sottolineare che non sono considerati ai fini dalla classificazione, così come la presenza di residui bituminosi, e materiali quale vetro, plastica, gomma o altri rifiuti. Altrimenti le zone non balenabili aumenterebbero in maniera esponenziale.


Cosa prevede la legge


Secondo la normativa, tutte le acque devono essere classificate e giudicate almeno sufficienti, per poter essere balneabili. Se le acque sono definite scarse le Regioni e le Province autonome, a decorrere dalla stagione successiva, devono:
• adottare adeguate misure di gestione, inclusi il divieto di balneazione, per impedire l’esposizione dei bagnanti all’inquinamento;
• individuare le cause e le ragioni del mancato raggiungimento dello status qualitativo “sufficiente”;
• applicare adeguate misure per impedire, ridurre o eliminare le cause di inquinamento;
• avvertire il pubblico mediante un segnale chiaro e semplice ed informarlo delle cause dell’inquinamento nonché dei provvedimenti adottati sulla base del profilo delle acque di balneazione.


Se le acque di balneazione sono classificate di qualità “scarsa” per cinque anni consecutivi, è disposto un divieto permanente di balneazione che le Regioni e le Province autonome possono anche attuare prima della scadenza del termine dei cinque anni stessi nel caso ritengano che il raggiungimento di una qualità “sufficiente” non sia fattibile o comunque eccessivamente costoso.
Sebbene nella classificazione stilata dalla Calabria non è espressa la percentuale precisa dei 2 parametri batteriologici.
Le 18 zone con classificazione scarsa, impongono all’attenzione che ci sia un’alta concentrazione di Escherichia coli ed Enterococchi intestinali.

 

La situazione in Calabria

 

Per quanto riguarda il monitoraggio della nostra regione, sono emerse delle criticità soprattutto nel tratto tirrenico della provincia di Cosenza(Paola, Fuscaldo, Belvedere Marittimo) e in quello di Reggio Calabria. In particolare, nel tratto che interessa il lungomare della città dello Stretto il divieto di balneazione è presente ormai da diversi anni. La maggior parte delle zone interessate presentano divieti di balneazioni per motivi di inquinamento e soltanto un numero esiguo per motivi di altra natura.
Il problema della balneabilità in alcune zone è collegato anche al malfunzionamento dei depuratori, che non permettono sempre una completa rimozione dei contaminati dalle acque reflue. Quindi acque ancora cariche di liquami si riversano nei torrenti più vicini e di conseguenza sfociano nei nostri mari. Ricordiamo che la Regione ha stanziato sei milioni e mezzo per il riefficentamento dei depuratori calabresi.


Di seguito i tratti di costa calabrese dove è vietata la balneazione a seguito delle analisi delle acque:


• Praia a Mare (CS), sbocco centrale Sottomarlane: qualità dell’acqua sufficiente, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Belvedere Marittimo (CS), 100m a destra T. di mare località Capo Tirone: qualità dell’acqua eccellente, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Belvedere Marittimo (CS), 100m a sinistra T. di mare loclaità Capo Tirone: qualità dell’acqua buona, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Belvedere Marittino (CS), 250m a destra del fiume Soleo: qualità dell’acqua buona, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Belvedere Marittino (CS), 250m a sinistra del fiume Soleo: qualità dell’acqua buona, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Fuscaldo (CS), 150m a sinistra del torrente Maddalena, qualità dell’acqua sufficiente, temporaneamente vietato per altri motivi;
• Paola (CS), 200m a sud del canale prospiciente depuratore: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Paola (CS), 300m a sinistra di contrada Petraro: qualità dell’acqua sufficiente, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Rocca Imperiale (CS), torrente Canna: qualità dell’acqua eccellente, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Lamezia Terme (CZ), 200m a sud del fiume Amato: qualità dell’acqua sufficiente, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Catanzaro (CZ), 200m a sud del fiume Corace: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Vibo Valentia, 300m a nord del torrente S.Anna: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietato per inquinamento;
• Briatico (VV), la Rcchetta: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Nicotera (VV), 200m a destra del fiume Mesima, qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• San Ferdinando (RC), Delta Mesima: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Gioia Tauro (RC), 200m Petrace: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Bagnara Calabra (RC), 200m a sud del torrente Praia Longa: qualità dell’acqua eccellente, temporaneamente vietata per altri motivi;
• Villa San Giovanni (RC), 300m punto 031: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Reggio Calabria (RC), Catona – Bar Reitano: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Reggio Calabria (RC), Gallico – Limoneto: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Reggio Calabria (RC), Gallico – Lido Mimmo: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Reggio Calabria (RC), Pentimele: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Reggio Calabria (RC), circolo nautico: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Reggio Calabria (RC), 500m a nord Tott Annunziata: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Reggio Calabria (RC), lido comunale Pontile nord: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Reggio Calabria (RC), lido comunale Pontile sud: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Reggio Calabria (RC), lido comunale Villa Zerbi, qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Reggio Calabria (RC), circolo velico: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Reggio Calabria (RC), Pellaro – Fiume: qualità dell’acqua scarsa, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Bova Marina (RC), centro 200m a est Rada Azzurra, qualità dell’acqua eccellente, temporaneamente vietata per inquinamento;
• Brancaleone (RC), i.d. Brancaleone: qualità dell’acqua buona, temporaneamente vietata per inquinamento.


Sonia Rocca

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