Renzi in Calabria per il Patto, il Museo e Reggio

Ad accoglierlo i malumori per lo scippo di Gioia e un partito sull'orlo della crisi di nervi dopo la rottura con Ncd che rischia di compromettere le amministrative
di Riccardo Tripepi
27 aprile 2016
17:58

Il premier Matteo Renzi sarà in Calabria, a Reggio, sabato prossimo. E’ stato lui stesso ad annunciarlo dalla sua e-news per sottolineare l’importanza di una giornata che vedrà l’inaugurazione del Museo dei Bronzi di Riace e la firma del Patto per la Calabria e del Patto per la città di Reggio.

La missione del presidente del Consiglio e del leader del Partito democratico arriva in un momento topico. Lo “scippo” della fabbrica delle macchine a Gioia Tauro, l’esplodere del bubbone della malasanità a Reggio nello scenario di uno scontro senza quartiere tra il governatore Mario Oliverio e il commissario Massimo Scura insieme  al caos democrat sulle amministrative, hanno messo in fermento un’intera Regione.

E seppure il segretario regionale Ernesto Magorno manifesta entusiasmo per la visita del premier  «Da Matteo Renzi un altro segnale importante e reale di vicinanza alla nostra Regione. È questa la politica degli impegni seri e delle cose concrete da fare, per far ripartire la nostra regione e lavorare insieme a Renzi per guardare con fiducia al futuro», quella che si profila potrebbe non essere la migliore delle accoglienze per l’ex sindaco di Firenze. Reggio è una città tuttora in grave difficoltà e il possibile fallimento della Sogas, società che gestisce l’Aeroporto dello Stretto, rappresenta solo l’ultimo tassello di una crisi economica ed occupazione che non conosce sosta.

Ma è anche l’accoglienza più squisitamente politica che potrebbe mettere in imbarazzo il premier. La decisione del Nuovo Centrodestra di andare con Paolini a Cosenza e con Forza Italia a Crotone, ha fatto esplodere il partito. Basta dare una rapida occhiata ai profili facebook di Nicola Adamo, Luigi Guglielmelli e compagnia cantante per avere la misura dello scontro che si sta consumando nel capoluogo bruzio.

E se il social network potrebbe essere considerato organo non ufficiale, ci hanno pensato i cinque segretari provinciali del Pd a diramare una nota ufficiale in cui chiedono le dimissioni dei sottosegretari Dorina Bianchi e Tonino Gentile che non possono – a loro dire – essere nel governo Renzi e poi boicottare i candidati del Pd in Calabria. A Cosenza poi chi viene boicottato è proprio un uomo assai vicino a Renzi, così come va considerato Lucio Presta.

Ma al coro di indignazione si stanno unendo anche molti parlamentari. Alcuni dei quali erano dati in forte avvicinamento alla corrente dell’ex sindaco di Firenze. E’ il caso di Bruno Censore che, pur mantenendosi in equilibrio, ha detto chiaramente: «Non vi è dubbio che spesso e volentieri decisioni e preferenze per le elezioni amministrative sono declinate in termini localistici e legate a dinamiche prettamente territoriali, ma tenendo in considerazione il fatto che il voto interessa due capoluoghi di provincia, tra le città più importanti della Calabria, sarebbe stata auspicabile un’alleanza coerente con la maggioranza di Governo, espressione dello stesso spirito riformista e popolare con cui tutte le forze politiche, a Roma, sostengono il Governo Renzi».


La crisi innescata da Ncd, insomma, è profonda. E potrebbe mettere in forse i risultati della tornata amministrativa che già di per sé non si annunciava semplice per il centrosinistra.



A Cosenza, ad esempio, la decisione di appoggiare Paolini porterà il capoluogo quasi certamente al ballottaggio e rischia di avvantaggiare in maniera decisiva Occhiuto. Tutto ciò dopo che il Nuovo centrodestra calabrese ha messo in cascina due sottosegretari di governo a Roma e il vicepresidente del Consiglio regionale, oltre al presidente della Commissione Riforme a palazzo Campanella. Organismo che Oliverio ha messo su ad hoc, proprio per blindare i rapporti con i Gentile. Ed allora si capisce che si tratta di tensioni che saranno difficilmente riassorbite e potrebbero segnare il futuro del partito in Regione e, addirittura, creare scossoni importanti anche al Partito della nazione.

Chissà se il premier non abbia deciso di arrivare in Calabria con questa scientifica puntualità proprio per tentare di dare un segnale politico alle truppe che rischiano di annientarsi tra loro, ancor prima di confrontarsi con il nemico.

Riccardo Tripepi 

Giornalista
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