Gli affari di papà Boschi con referenti della ‘ndrangheta in Toscana

L’acquisto di una tenuta agricola al centro dell'indagine che ha visto coinvolto il papà di Maria Elena Boschi, un acquisto in società con Francesco Saporito, ritenuto vicino ad una cosca di ‘ndrangheta. Un’indagine archiviata dal Pm Roberto Rossi, lo stesso pm che divenne consulente del governo.
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di Redazione
22 gennaio 2016
15:16

Nel 2007, Pier Luigi Boschi, il padre dell’attuale ministro per le Riforme, portò a termine un grosso affare immobiliare. In quell’anno era presidente del cda della cooperativa agricola Valdarno superiore.


L’affare relativo all’acquisto di un’ampia tenuta agricola di proprietà dell’Università di Firenze, per la Dda fiorentina, fu condotto insieme a un socio calabrese vicino a una cosca di ‘ndrangheta. Questo quanto emerge da un'inchiesta pubblicata sul settimanale Panorama.
Si trattò di una trattativa privata e per conto di un acquirente particolare: la Fattoria Dorna, di cui Boschi deteneva il 90% delle azioni, con il restante 10% nelle mani di Francesco Saporito, originario di Petilia Policastro, in provincia di Crotone, che per la Dda di Firenze sarebbe vicino alle cosche 'ndrangheta.



Le indagini – Per quell’affare papà Boschi viene indagato nel 2010 ad Arezzo. Le accuse contestate sono turbativa d'asta e riciclaggio. Al vaglio degli inquirenti una serie di vendite della proprietà appena acquistata. Proprio su una di queste cessioni si concentra l’attività della Procura di Arezzo, che il 4 febbraio 2013 chiede l'archiviazione per l'accusa di turbativa d'asta e riciclaggio e allo stesso tempo iscrive Boschi nel registro degli indagati per estorsione.


Pare che il padre del ministro avesse preteso e ottenuto un pagamento in nero di 250mila euro. Questa la versione degli acquirenti interrogati in Procura. Addirittura ci sarebbero anche delle fotocopie dei contanti consegnati. Le Fiamme Gialle perquisiscono la sua abitazione. Viene sequestrata una cartellina gialla e un assegno di 95mila euro firmato da Francesco Saporito. Non sono questi i soldi in nero cercati dalla finanza. E dunque, che fine hanno fatto quei soldi?


Il 7 novembre 2013 il pm Roberto Rossi chiede l'archiviazione per Pier Luigi Boschi. A febbraio Maria Elena Boschi era stata eletta deputato; a luglio Roberto Rossi diventa consulente del governo.


Il pm ‘smemorato’ - Proprio il comportamento del pm Rossi finisce ora al vaglio del Procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo, titolare dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati. Delle indagini condotte su Pierluigi Boschi. Il pm non aveva fatto cenno nelle sue audizioni davanti ai consiglieri del Csm, ai quali aveva invece assicurato di non conoscere "nessuno della famiglia Boschi".


E poi arriva Panorama in cui si racconta delle indagini di Rossi su Pierluigi Boschi. E dunque ora a finire nel mirino è proprio il pm sul quale la Prima Commissione del Csm ha riaperto l'istruttoria.

 

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