L'atto di accusa di Pallaria contro la gestione dell'Arpacal

Bilanci non approvati, illegittime attivazioni di procedure di assunzione, rapporti complicati con il dipartimento controllante. E c'è anche un immobile pagato oltre due milioni di euro, che ancora è inutilizzato perché “non idoneo”. La relazione del direttore generale del dipartimento Ambiente è impietosa verso i vertici dell'Agenzia regionale per l'ambiente.
di Redazione
14 novembre 2015
16:06

Gravi violazioni delle leggi regionali in materia di bilancio; gravi irregolarità giuridiche e contabili nella procedura di acquisto di un immobile a Castrolibero, con conseguente danno erariale; illegittima ed inopportuna attivazione di procedure di di reclutamento del personale; rapporti inappropriati, inadempienti e scarsamente collaborativi con il dipartimento vigilante. E' su questi quattro punti che il direttore generale del dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria, Domenico Pallaria, ha incentrato la relazione conclusiva del “procedimento per la risoluzione del contratto e decadenza degli incarichi di direttore generale, direttore amministrativo e direttore scientifico” dell'Arpacal. Un procedimento che ha portato, nelle ultime ore, alle dimissioni, rispettivamente, di Sabrina Santagati, Pietro De Sensi e Oscar Ielacqua. Il documento porta la data del 15 maggio scorso e dipinge un quadro assai preoccupante dello stato dell'ente, ad iniziare dalla questione finanziaria. Pallaria, infatti e per iniziare, fa riferimento all'omessa predisposizione del bilancio di previsione 2015, che il 13 aprile l'agenzia comunicava di non poter predisporre a causa “della mancata attivazione del collegamento informatico con la nuova piattaforma contabile COEC”. Secondo Pallaria, in questo caso, vi è una violazione dell'art.57 della legge regionale n.8/2002, “una grave omissione giuridica e contabile che non può essere in alcun modo giustificata dal cattivo funzionamento di un applicativo informatico”. Ma da quel che traspare dalla relazione, tali omissioni erano abbastanza frequenti: “La sistematica inosservanza dei termini indicati dall'art. 57 della LR 8/2002 per la presentazione dei bilanci annuali di previsione, del bilancio assestato e dei rendiconti ha comportato la conseguenza che non risultano essere stati approvati da parte del Consiglio Regionale, il bilancio di previsione 2014 e 2015, il bilancio assestato degli anni 2011, 2012, 2013 e 2014; il rendiconto generale per gli anni 2010, 2011, 2012,2013.” Una situazione che Pallaria definisce “fonte di irregolarità insanabile”. In particolare risulta interessante un altro passaggio, sull'argomento: “L'ultimo rendiconto definitivamente approvato riguarda l'esercizio finanziario 2009 (deliberazione del Consiglio Regionale n.353 del 15/10/2013). Nei successivi bilanci di previsione assestato 2013 e 2014, a causa della mancata approvazione dei rendiconti, è stato irregolarmente applicato l'avanzo di amministrazione presunto, al fine di raggiungere il pareggio.” Molto spazio nella relazione di Pallaria è poi dedicato all'acquisto di un immobile di Castrolibero “da adibire a dorsale laboratoristica del dipartimento provinciale di Cosenza. Danno erariale.” In questo caso si parla di evidenti criticità nel procedimento, in particolare nel periodo giugno-settembre 2010, in cui si registra l'annullamento dell'intera procedura di gara iniziata nel 2009, ed un successivo “annullamento dell'annullamento”. Anomalo il pagamento anticipato ed in un'unica soluzione dell'importo di acquisto, con una violazione del bando di gara che prevedeva un anticipo pari solo al 30% e addirittura prima della stipula dell'atto notarile. Ulteriore irregolarità, la corresponsione dell'IVA, nonostante questa non fosse dovuta per espressa indicazione nella documentazione di gara. Ma non è tutto: l'Arpacal, infatti, pur avendo pagato e in anticipo la cifra di 2 milioni e 200mila euro per l'acquisto, non utilizza materialmente l'immobile, perché non è adeguato ad essere adibito direttamente a laboratorio. Non solo: per rendere il tutto idoneo, è necessaria un'ulteriore spesa che Pallaria quantifica tra uno e due milioni di euro. E naturalmente, su Cosenza,
l'agenzia paga dei fitti per i locali che ospitano attualmente i laboratori. La relazione di Pallaria si completa poi con due aspetti: l'attivazione di procedure per nuove assunzioni in assenza dei bilanci di previsione e i rapporti “non appropriati, inadempienti e scarsamente collaborativi” con il dipartimento vigilante. Per poi concludere: “Dagli atti esaminati si rileva poca correttezza nelle procedure legislative e regolamentari nei processi amministrativi, con evidenti risvolti nei prodotti finali che non si presentano buoni sotto il profilo formale (confezionamento) che sostanziale (contenuto)”. Visto quanto scritto prima, un vero e proprio epitaffio sulla gestione dell'ente.

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