Lamezia, la sentenza Icom non risolve i problemi

Il favorevole pronunciamento del Consiglio di Stato evita la mazzata definitiva ai conti del Comune. Ma la situazione resta complicata. A prescindere.
di Redazione
23 ottobre 2015
11:01

Guai a cantar vittoria. La sentenza del Consiglio di Stato, che ieri ha definitivamente allontanato dal Comune di Lamezia lo spettro di un maxi risarcimento per la vicenda Icom, se da una parte deve essere accolta con indubbia soddisfazione perché disinnesca una bomba che avrebbe fatto saltare in aria, dalle fondamenta, l'ente lametino, dall'altra non può e non deve far pensare che i problemi economici a Palazzo Maddame si siano magicamente e improvvisamente risolti. Perchè il Comune di Lamezia, ad oggi, rimane comunque a forte rischio dissesto. Un'eventuale sentenza avversa da parte del Consiglio di Stato, avrebbe semplicemente accelerato e reso inevitabile il default. Ma il non dover pagare questo risarcimento, mantiene comunque lo stato di fortissima crisi economica in cui versa il Comune. Perchè non dipende dall'Icom, il piano decennale di riequilibrio che è stato adottato dalla precedente amministrazione. Non dipende dall'Icom l'impossibilità di dotarsi di un numero congruo di dirigenti, dovendosi invece limitare a quattro unità, con forti limiti alla macchina burocratica. Non dipende dall'Icom il saldo di cassa, che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe molto misero. Non dipende dall'Icom se, come riferito in consiglio comunale dall'assessore al bilancio Chiara Puteri, l'ente è preso per la gola dal Tesoriere che ha bloccato il pagamento di 314 scrutatori e 325 contributi sui fitti. Non dipende dall'Icom se, come ha riferito sempre l'assessore Puteri a proposito della Tesoreria “le banche non danno fiducia ad un Comune in predissesto, per questo nella nuova gara dovrà essere previsto anche un compenso da corrispondere a chi vincerà l'appalto, quantificato in circa 50.000. Rischiamo di dover accettare un “prendere o lasciare” di una banca aggravando, una situazione già precaria dell'ente, un rischio che tra anticipazioni di cassa ed interessi potrebbe costarci più di un milione di euro”. E non dipende, infine, dall'Icom se il Comune, a causa di una cronica incapacità di incasso dei tributi, che si sta provando a sanare, si giocherà il tutto per tutto sul prossimo bilancio consuntivo. Ben venga quindi, per l'ente e per i cittadini, la favorevole sentenza del Consiglio di Stato. Ma se si dovesse pensare che con questa sentenza si sia risolta la crisi finanziaria del Comune, si richia di andare a sbattere contro un muro.

Guglielmo Mastroianni

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