Cittadella regionale: i calabresi finalmente fuori dal girone dei dannati?

Finalmente anche la Calabria, al pari delle altre regioni, ha una casa.
22 luglio 2015
22:26

A 45 anni dall'inizio del regionalismo, la regione Calabria si dota del  palazzo nel quale accorpare tutti gli uffici, i dipartimenti, il personale, gli assessorati, la Presidenza. Un evento storico per la Calabria ma soprattutto per Catanzaro.  Bisogna dirselo senza ipocrisie, interessi economici da parte di  diverse dinastie di costruttori catanzaresi hanno impedito fino ad oggi che il progetto  andasse in porto. Molti di costoro, infatti, si sono arricchiti e hanno lucrato proprio  sulla mancanza di un palazzo regionale, impedendo di fatto alle varie Giunte Regionali che si sono succedute in questi 45 anni di varare il progetto di un’unica cittadella degli uffici. E’ passato quasi mezzo secolo dalla riunione della prima Giunta Regionale nella città capoluogo e  quella tenuta dalla nuova Giunta a guida Oliverio nel nuova sede della Giunta regionale, in mezzo, tante discussioni  sulla location, sui destini e sulla sopravvivenza del centro storico di Catanzaro e, nel frattempo, le lobby del cemento catanzaresi costruivano, cambiavano la destinazione d’uso dei fabbricati, trasformavano capannoni industriali, finanche qualche parcheggio veniva trasformato in fabbricato per uso ufficio, insomma mettevano a sacco la città.   L’obiettivo era sempre lo stesso: un contratto di fitto con  la Regione per incassarne i canoni milionari . Tutto ciò, ovviamente, si è reso possibile con la   complicità di  tanti notabili catanzaresi della politica Regionale, i quali,  in cambio, al momento del voto, incassavano dai potentati in questione, sostegno elettorale ed economico. Fiumi di denaro spesi inutilmente, i quali, hanno prodotto vantaggi solo al “sistema” catanzarese.  I calabresi che hanno avuto a che fare con la Regione, invece, hanno bestemmiato un parcheggio, hanno inseguito mandati, decreti e documenti da un capo all’altro della città, sono stati affogati da una marea di inefficienze, da tante piccole arroganze della burocrazia, da corruzioni e quant’altro. Il grosso della torta di tutto questo disordine, chiaramente, lo hanno incassato poche e note famiglie catanzaresi che, da lustri, decidono destini e politiche della città capoluogo.  Indubbiamente, a tutto ciò, si aggiunga anche l'interesse di quella piccola e media borghesia commerciale cittadina che, dal caos e dalla concentrazione degli uffici nel centro della città hanno tratto la loro parte di rendita. Finalmente la sede della nuova Giunta Regionale, dunque, è stata varcata. Palazzo imponente, collegato da un’efficiente viabilità, un luogo, Germaneto, facilmente raggiungibile da ogni località calabrese. Certo, tutto questo non rende automaticamente efficiente l’elefantiaca e inefficiente burocrazia regionale, ci sono uffici nel sud e in Italia, dove i mandati di pagamento impiegano mesi per fare una rampa di scale, in Calabria per esempio, decreti e mandati viaggiavano in auto tra la ragioneria e i dipartimenti, e tutto ciò, ferie del personale, auto e traffico permettendo. Per cambiare l’andazzo ci vorrà la decisione della politica, la determinazione dei dirigenti e dei direttori generali e la buona volontà dei dipendenti. Tuttavia,  dopo mezzo secolo, anche il cittadino calabrese da domani potrà dire: oggi vado a sbrigare una pratica in Regione senza che ciò significhi cadere nei gironi dei dannati  dell’inferno dantesco. Per 50 anni, ogni volta che un cittadino di questa terra abbia varcato un ufficio della Regione avrebbe potuto facilmente recitare: « Or incomincian le dolenti note a farmisi sentire; or son venuto là dove molto pianto mi percuote. »
Pasquale Motta

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